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Alla resa dei conti bene, ma non benissimo….

Sette giornate, seconda pausa delle Nazionali, sosta lunga: è il momento di fare un primo bilancio. Ci guardiamo alle spalle e notiamo di aver disputato nove partite e di averne perse ben quattro, oltre a tre vittorie e due pareggi. Come si suol dire, bene ma non benissimo. C’è stato un filotto di tre vittorie consecutive in campionato, tra la terza e la quinta giornata, compresa la grande vittoria sulla Juventus, che ci aveva illuso di aver già trovato la quadratura del cerchio. Non è stato così.

Bologna, Sparta Praga e Roma ci hanno riportato sulla terra con grande rammarico e delusione, così possiamo vedere ancora una squadra fragile, alla ricerca di sè stessa e prigioniera di un’atavica scostanza di prestazioni e risultati. Partendo dalle prime, si può affermare come de Boer abbia un suo progetto tattico ben inquadrato, coerente, chiaro e già discretamente trasferito ai giocatori. Peccato però che non tutti i giocatori abbiamo i mezzi fisici, tecnici e caratteriali per dimostrarsi all’altezza delle sue idee e delle sue ottime intenzioni. Lo abbiamo capito nelle due sfide in Europa League, quando alcune riserve si sono riscoperte deficitarie e assolutamente non all’altezza di alcuni titolari inamovibili e colonne portanti dell’impianto nerazzurro ancora da perfezionare. Sconfitte di testa e di tecnica.

Poi, tralasciando il più che giustificato passo falso di Verona, ci sono stati i pareggini in casa contro Bologna e Palermo che, facendo due conti, fanno più male degli altri passi falsi, perché ti tolgono dalla classifica quei punti che, successivamente, ti avrebbero permesso di sopportare con meno malinconia questa serata romana sfortunata e triste. Quattro punti che ci avrebbero permesso di trovarci a braccetto con Napoli, Roma e Lazio. Mica poco, anche se tanti cultori del mestiere diranno che non è il momento di guardare la classifica, ma è quella che si legge dopo ogni sfida è che può condizionare il futuro approccio alle altre partite.

Infine ci sono le sconfitte come quelle di stasera, dove si può perdere, in un campo difficile e contro una squadra dello stesso ottimo livello, se non superiore, ma dove si scopre di non essere ancora grandi come ci si credeva, di non avere ancora una struttura portante ferrea e senza crepe, di dover ancora lavorare parecchio per realizzare i propri sogni e le proprie ambizioni. Quelle partite che ti fanno rimanere male, che ti fanno pensare che ci sarà un altro calvario, ma dopotutto siamo lì, a tre punti da dove vorremmo essere, perciò non fasciamoci la testa, perché la possibilità di arrivare dove vogliamo esiste ancora ed è tangibile. La partita contro la Juventus non rimarrà un unicum.

This post was last modified on 3 Ottobre 2016 - 16:52

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Published by
Bernardo Cianfrocca