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GdS – Alla scoperta di Zhang: dalla nascita del suo impero ai progetti per la sua Inter

Tutto nasce da un negozio di 200 metri quadrati, è il 1990 e Zhang Jindog vende un prodotto che è ancora considerato di lusso: i condizionatori ad aria. La scalata del neo patron nerazzurro comincia cosi, ma com’è possibile che il commerciante cinese sia diventato l’ 11° uomo più ricco della Cina provenendo da una famiglia modestissima? La crescita è stata graduale, ma c’è stata una svolta che ha reso possibile questo.

Il fiuto d’affari di Zhang lo portano ad una strategia di mercato interessante: all’inizio degli anni Novanta la capacità produttiva di vendere condizionatori non riesce a soddisfare l’intero mercato ma lui, con il fiuto degli affari, trova il modo di pagare in anticipo i fornitori ricevendo la merce per tutta l’estate. Come sia riuscito ad avere credito non lo sappiamo ma Zhang da li a poco allarga la vendita a tutti gli elettrodomestici e stringe un patto con le fabbriche produttive: ottiene la merce con una tolleranza nei pagamenti senza interessi. Risultato? riesce a venderla in pochissimi giorni, fornitori pagati, tanta liquidità, altri negozi ed un business che si amplia. Un altra parola d’ordine nel vocabolario di Zhang è la diversificazione: capisce che la banca Suning Commerce non basta per restare a galla e con un mercato in evoluzione si fionda sull’edilizia, con catene di alberghi e centri commerciali, nella finanza, nell’intrattenimento, nel benessere e nello sport. Suning tenta di mutare pelle di continuo per contrastare la concorrenza di e-commerce Alibaba, con cui finisce per allearsi.

Zhang è un tipo riservato, mai al centro dei riflettori o del gossip, sposato e con due figli. Chi lo descrive racconta di un uomo abilissimo a stringere relazioni con banchieri e imprenditori mentre invece decide di tener basso il profilo con i vari mass media. Infatti, sono rarissime le sue interviste, lui vuole che si parli di Suning e basta che è ormai diventato un universo di 180 mila di lavoratori. Zhang incute così tanto timore che nelle riunioni che tutti rimangono in silenzio in sua attesa per poi alzarsi in piedi ed applaudire quando lui entra. I dipendenti lo vedono una volta l’anno in una cerimonia durante le feste natalizie e il suo bel faccione messo nella copertina di un libro venduto al centro commerciale di Nanchino non racconta della sua biografia ma bensì un saggio che analizza Suning come case-history.

Se si è presentato ai tifosi nerazzurri con un video un pò sbeffeggiato da tutti con la ormai celebre frase “Forza Inda” , i suoi progetti invece appaiono molto solidi. C’è già un cantiere in corso, farà valere le sue abilità da commerciante per tentare di monetizzare un marchio sin qui sottosviluppato. Il negozio di Nanchino verrà ristrutturato entro fine anno con la creazione dell’aria ” Secondo stadio” in cui saranno invitati i tifosi del Jiangsu e dell’Inter a seguire in diretta le partite e magari con la possibilità di poter acquistare prodotti delle due squadre nei vari spazi riservati. L’iniziativa  sarà poi estesa nei negozi della città che ospitano le squadre della Chinese Super League. Gli store di Suning si tingeranno inevitabilmente di nerazzurro, poiché si tenterà di aprire negozi a Shangai e altre academy nerazzurre per i giovani calciatori cinesi. Le varie strategie vanno in più direzioni: creare sopratutto una migliore organizzazione per mettere in rete i tifosi cinesi dell’Inter, organizzare in Cina eventi con i calciatori, allenamenti aperti al pubblico e portare nuovi supporter cinesi a San Siro.

This post was last modified on 8 Ottobre 2016 - 17:13

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redazione