Marcelo Brozovic, dopo le due apparizioni con la propria Nazionale, dovrebbe tornare ad essere convocato anche con l’Inter a partire dalla prossima sfida di campionato, quella casalinga contro il Cagliari. Usiamo il condizionale, visto che anche con la Roma il suo ritorno pareva una certezza, prima che de Boer decidesse di prolungare il periodo da pugno di ferro. Nonostante le tante voci di mercato su una sua probabile partenza a gennaio e una situazione ambientale che, per forza di cose, non sarà rose e fiori ancora per un po’ di tempo, sarebbe un bene recuperare al 100%, sia tatticamente ma soprattutto mentalmente, questo giocatore, che può essere utilissimo e congeniale alla tipologia di calcio finora attuata dal tecnico olandese. Scopriamo quali potrebbero essere queste valide ragioni.
LA VERSATILITÀ – Brozovic ha già dimostrato con la maglia nerazzurra e con quella della propria compagine nazionale, la Croazia, di poter occupare con discreto successo ruoli differenti. In un 4-2-3-1 ha la possibilità di esprimersi sia nella coppia mediana come uno dei primi organizzatori di gioco, che nella linea dei giocatori a ridosso della prima punta, come trequartista anzitutto, ma anche come esterno destro, con una modalità di sicuro diversa rispetto a Candreva, ma non per questo meno redditizia. Per ulteriori informazioni rivedersi la vittoria casalinga dello scorso campionato contro il Napoli, o la sfida conclusasi a reti inviolate contro la Juventus. In un 4-3-3 inoltre, si troverebbe in quella che è probabilmente la sua posizione congeniale, quella di mezzala, dove risalterebbe la sua grande capacità di inserimento.
LA QUALITÀ – Che Brozovic, se in giornata, possa offrirne molta, è fuori discussione. A volte la scorsa stagione, dovendo sopperire a una mancanza generale di piedi buoni nel suo stesso reparto, ha addirittura vestito spesso i panni del trascinatore, o almeno dell’uomo deputato a dare il guizzo in più necessario per evitare una totale sterilità di gioco e di idee. A tal proposito vengono in aiuto la partita disputata nel ritorno di Coppa Italia contro la Juventus, dove si alternò tra primo e secondo tempo come mezzala e mediano, e quella di ritorno in campionato contro la Roma, dove brillò nel confronto contro uno dei centrocampi italiani più attrezzati, quello giallorosso.
LE CARATTERISTICHE – Propensione all’inserimento e tiro dalla distanza sono due competenze che gli appartengono e che si sposano bene l’una con l’altra. Da un altro punto di vista possono anche risultare alternative, ma il fu Epic ha dimostrato di poter smuovere più volte la rete avversaria con entrambe le soluzioni, sia con la prodezza balistica che con la capacità di innescarsi negli spazi aperti. In una squadra dove si reclamano altri goal al di fuori del solo Icardi, lui ha dimostrato di poterne offrire un prezioso gruzzolo per essere un centrocampista. Per sposarsi ancora meglio con la filosofia di de Boer inoltre, va dato atto all’ex Dinamo Zagabria di essere prezioso anche in fase di non possesso grazie alla sua propensione al pressing alto, una delle prerogative principali del gioco dell’ex Ajax. Certo, deve migliorare molto nella marcatura statica, quando bisogna star bassi e seguire inserimenti vari ed essere concentrato sulle marcature preventive, ma ci si può assolutamente lavorare sopra.
LE ALTERNATIVE – L’Inter sembra aver trovato il suo undici ideale, di qualità e di ottimo rendimento, ma una grossa lacuna evidenziatasi nella squadra sta, come si è visto, nella poca profondità della rosa, nell’incapacità delle seconde linee di non far rimpiangere quei punti certi trovati dal tecnico. Brozovic al momento difficilmente potrebbe aspirare a togliere il posto a uno tra Joao Mario e Banega, ma sarebbe totalmente in grado, a differenza di altri, di inserirsi nel contesto garantendo un livello di prestazioni alto e all’altezza della situazione. Un aspetto non secondario soprattutto in vista della disperata rincorsa alla qualificazione in Europa League, dove il portoghese non può essere utilizzato.
Questi quattro motivi ci paiono più che buoni per tentare un pieno recupero del giocatore, a patto che non commetta altri errori banali dal punto di vista comportamentale e che sia più concentrato sui suoi doveri sul campo piuttosto che a frivolezze riguardo il mondo dei social network. Capita a tutti di sbagliare, ma perseverare sarebbe diabolico. Dopotutto, farsi sfuggire un giocatore come lui, sarebbe un peccato per una società che punta a crescere anche attraverso la valorizzazione di giovani in grado di poter dare molto sia nel presente che nel futuro.