Il calcio olandese ha da sempre una tradizione spettacolare. Dagli anni migliori di Crujff e l’Olanda eccezionale di quegli anni, gli orange hanno sempre prodotto giocatori tecnicamente eccellenti e tecnici di altissimo profilo, fino al giorno d’oggi. In Italia il primo allenatore olandese è stato Seedorf due anni fa, seguito da Frank de Boer, già vincintore di 4 campionati in Olanda e da quest’anno a Milano con la nuova Inter targata Suning.
Come riporta il Corriere dello Sport, sono solo due della generazione di allenatori, figli di quella squadra che proprio con l’Italia nel 2000 perse quell’incredibile partita ai rigori, con gli azzurri salvati da Toldo. In quella squadra c’erano anche Stam, Bergkamp, Cocu, Van Bronckhorst, oggi allenatori in patria e all’estero.
Ma prima di loro, la generazione precedente, quella con Advocaat, Van Marqijk, Hiddink, Van Gaal, tecnici che hanno vinto e tanto in carriera. Tutti questi nomi hanno in comune un denominatore specifico: il calcio propositivo. L’idea di calcio olandese a trazione anteriore, che punta alla vittoria col gioco spettacolare. E non chiedete di essere difensivi, come disse Co Adriansee quache anno fa “Sarebbe come chiedere a Rembrandt di dipingere come Van Gogh”