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SpazioInter’s Stories – El Tanguito de Rosario: Éver Banega

Rosario, culla di campioni e terra di prodigi: qui, dove il calcio è un’autentica passione di vita, nasce il 29 giugno 1988, Éver Maximiliano David Banega.  Soprannominato El Tanguito per le sue movenze calcistiche da tanghero, il piccolo Éver iniziò a giocare, come tutti i bambini sudamericani, per le strade caotiche ed impolverate di Rosario, dimostrando, sin da subito, di saper dare del tu a quel pallone con cui danza, divertendosi tra gli inermi avversari. Ben presto entrò a far parte dell’Alianza Sportiva, una delle due migliori scuole calcio della città di Rosario.

MESSI, IL SUO PRIMO RIVALE – I primi passi all’Alianza Sportiva coincidono, anche, con la prima rivalità calcistica del piccolo Tanguito. Infatti, a Rosario, c’è un derby importantissimo e molto sentito tra l’Alianza Sportiva e il Grandoli, in cui brillavano due numeri 10: Éver Banega e Leo Messi, protagonisti assoluti delle due giovanili. I derby spettacolari tra i due rivali attirarono moltissimi talent scout anche perché il predestinato Messi aveva trovato in Banega un degno avversario con il quale misurarsi in giocate di assoluto e geniale talento calcistico. Così entrambi passano al Newell’s Old Boys, anche se Jorge Griffa, primo mentore di Banega, lo portò subito al Boca Juniors. Tra le file degli Xeneizes, il Tanguito inizia la sua crescita esponenziale.

8 ANNI DI BOCA E LA LIBERTADORES – 12 anni ed Éver si ritrova al Boca Juniors, una delle squadre più importanti del Sudamerica, storico club di Maradona e di Riquelme, che gli farà da mentore in prima squadra. Griffa ha notato sin da subito la sua qualità nella gestione del pallone, ma ciò che lo colpì maggiormente di Banega fu la straordinaria mentalità e forza di volontà nel lottare e conquistare le attenzioni di Alfio Basile, allenatore della prima squadra. E l’esordio non tarda ad arrivare: 10 febbraio 2007 e Miguel Angel Russo, nuovo allenatore del Boca, lo fa esordire nella partita contro il Banfield. Banega ha soli 18 anni, ma in pochissimo tempo, grazie alle sue qualità, prese le redini del centrocampo del Boca Juniors, tanto da diventare uno degli artefici principali della conquista della Copa Libertadores nel 2007. La sua consacrazione, però, è solo iniziata: campione del mondo con la Nazionale Under 20, vicecampione del mondo con il Boca Juniors e nell’estate 2008, a Pechino, arriva l’oro olimpico. E l’attenzione dei top club europei sul talento argentino aumentò sempre di più.

IMPATTO EUROPEO DA DIMENTICARE – Iniziò, così, una vera e propria asta di mercato tra Juventus, Milan, Barcellona, Valencia e Real Madrid che aveva un’opzione di acquisto sul giocatore (poi non esercitata). Il centrocampista venne, però, definitivamente contesto da Juventus e Valencia. Gli spagnoli superarono l’offerta di 15 milioni di euro dei bianconeri, acquistando Banega, nel gennaio 2008, per la cifra di 18 milioni. L’esperienza al Valencia, però, non si rivela indolore: poco prima di esordire in Liga scoppia uno scandalo relativo ad un suo video hot in rete, tanto da guadagnarsi l’epiteto di “Ever XXX Banega”. Ha solo 20 anni ma le ragazzate sono all’ordine del giorno: vita notturna esagerata, allenamenti in ritardo e da ubriaco, una Ferrari in fiamme e per chiudere rottura di tibia e perone in circostanze alquanto comiche (Banega si dimentica il freno a mano della sua Audi e nel tentativo di bloccarla con la gamba, viene travolto dalla sua stessa auto. Risultato: 6/7 mesi di infortunio n.d.r.). La sua esperienza al Valencia, tra alti e numerosi bassi, si concluse dopo sei stagioni (intervallate da due prestiti semestrali all’Atletico Madrid e al Newell’s Old Boys): 185 presenze, 12 goal ed 1 Copa del Rey. Unica nota positiva dell’esperienza taronges è stata aver conosciuto Unai Emery, vero artefice della rinascita del Tanguito.

LA RINASCITA A SIVIGLIA –  È l’ora della svolta: Andalusia, Siviglia, campione uscente dell’Europa League. Due uomini sono gli artefici della rinascita del Tanguito: Monchi e Unai Emery, rispettivamente direttore generale e allenatore del Siviglia. Infatti, il club andaluso è alla ricerca di un regista in grado di sostituire al meglio Ivan Rakitic, passato al Barcellona. La scelta ricade su Banega, acquistato nell’estate del 2014 per 2,5 milioni di euro dal Valencia, ormai definitivamente irritato dalla scarsa continuità dell’argentino. Éver firma un contratto biennale, consapevole che, probabilmente, è l’ultima chance europea per dimostrare il suo talento cristallino. E in questi due anni, Emery mise Banega al centro del progetto tattico del Siviglia, affidandogli le chiavi del centrocampo e il ruolo di faro della squadra. El Tanguito ripagò la fiducia del tecnico basco, conquistando da protagonista due Europa League, nonché il premio di MVP di entrambe le finali. Banega è finalmente ritornato sui livelli dimostrati al Boca Juniors in un ruolo prettamente offensivo (battezzato da Emery come falso diez): non un trequartista né un play davanti alla difesa, ma semplicemente regista offensivo. L’esperienza al Siviglia ha mostrato un Banega più maturo sia caratterialmente che tatticamente, oltre che un giocatore più continuo ed estroso, proprio come nell’anno del Boca Juniors, ma non solo. Infatti, nell’ultima stagione a Siviglia è migliorato anche in zona goal: le 9 reti stagionali sono il massimo bottino per il Tanguito. Il mancato rinnovo del contratto con i rojiblancos ha aperto le porte dell’Italia a Banega: Suning vuole ricostruire l’Inter, così come Éver ha fatto nell’estate del 2014. Zanetti ha fortemente voluto il suo acquisto perché Banega è stato scelto come l’erede designato di un grande eroe del Triplete: Esteban Cambiasso.

BANEGA E L’INTER: DUE DESTINI SIMILI Banega è stato un vero e proprio colpo di mercato, targato Piero Ausilio: parametro zero e piedi buoni per un centrocampo carente di qualità. E pensare che l’Inter e Banega ne hanno di cose un comune. Il genio e la sregolatezza, infatti, si incontrano in entrambi: una carriera fatta da montagne russe per il Tanguito, altalene di emozioni simili per i nerazzurri che negli anni si sono guadagnati l’appellativo di PazzaInter. I tatuaggi, invece, scoprono un Banega più romantico e tifoso: dallo scudetto del Newell’s Old Boys, sua squadra del cuore, al 19, suo numero portafortuna, passando per una frase significativa “solo Dio mi capisce”. In tanti, adesso, si chiedono quale sia l’obiettivo di Banega nell’Inter e la risposta è semplice: El Tanguito vuole disegnare calcio attraverso traiettorie imprevedibili, con lo scopo di far divertire, divertendosi. In questo primo scorcio di campionato il centrocampista argentino è riuscito nel suo intento, anche se con qualche passaggio a vuoto. L’Inter rappresenta, probabilmente, l’ultima grande chance in un top club europeo e Banega si trova davanti al bivio più importante della sua carriera: rimarrà una promessa incompiuta o si consacrerà come campione? Intanto, aspettando il suo destino, meglio iniziare a godersi i numeri di un funambolo del pensiero calcistico che con la sua forte personalità e splendida visione di gioco è capace di dare quel quid in più ad una squadra che ha bisogno dei passi felpati del miglior Tanguito.

EPISODIO 1 MAURO ICARDI

EPISODIO 2 ALESSANDRO ALTOBELLI

EPISODIO 3 ANDREA PINAMONTI

EPISODIO 4 EUGENIO BERSELLINI

 

This post was last modified on 14 Ottobre 2016 - 18:32

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Published by
Gioacchino Castrogiovanni