Nel giorno di una partita delicata, in un momento in cui fare un filotto di vittorie è obbligatorio, proprio non serviva.
Icardi contro Curva Nord, ci siamo di nuovo. Per chi si fosse perso la nuova puntata della querelle tra Capitano e CN69, in sintesi: Icardi pubblica il suo libro, ‘Sempre Avanti‘, dove, tra i vari argomenti tastati e approfonditi, parla del litigio avuto qualche tempo fa con la Curva in quel di Sassuolo (LEGGI QUI), ma la Curva, in un comunicato, scrive che quelle riportate da Icardi sono tutte falsità e che vogliono che si tolga la fascia (QUI IL COMUNICATO).
Alta tensione, fischi e striscioni previsti per il capitano nella partita col Cagliari, match che proprio l’Inter non può fallire. Insomma, proprio ciò di cui non abbiamo bisogno. Al di là di chi ha ragione e torto (in quella discussione al Mapei Stadium c’era Guarin che potrebbe testimoniare in favore o contro Icardi, chissà se si farà avanti), è incomprensibile come possa scatenarsi un clima così rovente proprio poche ore prima di una partita delicatissima.
Che il capitano nerazzurro fosse una persona ad alto tasso di mediaticità era chiaro fin dal suo arrivo a Milano. Che la curva nerazzurra, e in generale gli ultras, abbiano un concetto particolare di rapporto con la squadra, era altrettanto palese. Forse, quindi, c’era da aspettarselo che la mina dopo Sassuolo sarebbe, prima o poi, riesplosa.
Icardi-CN, di certo non è il primo litigio tra un giocatore più che rappresentativo e gli ultras: basta ricordarsi del gesto non proprio da galateo di Ibrahimovic, che dopo un gol… beh, lo ricordiamo tutti. Ma in quel caso i gol di Ibra spensero ogni tipo di fuoco pronto a seguire la scia di benzina lasciata dopo la discussione.
La speranza è che nella stagione della verità, il suono della rete che si gonfia con i gol di Icardi possa azzerare il rumore delle polemiche, e alzare il volume del tifo dello stadio tutto. Perché di certo l’ambiente attorno al mondo nerazzurro non è favorevole (come certi titoli di giornali, giusto un po’ esagerati), se poi ci si tira la zappa sui piedi…
Forse sarebbe il caso di non fare polemica per parole di Icardi che, grosso modo, aveva già rilasciato dopo quel litigio, mettendo da parte l’infuocato orgoglio da ultras. Forse per un ragazzo di 23 anni che è capitano di una delle squadre più gloriose del mondo, sarebbe il caso di mettere da parte i media, i libri scritti a inizio carriera, le interviste, per pensare esclusivamente a riportare l’Inter dove merita, senza troppe parole.