L’Inter incappa nella seconda sconfitta consecutiva, incassando la rimonta del Cagliari e allontanandosi ulteriormente dal terzo posto. Un inizio difficile, così come difficile era il compito di de Boer, subentrato a pochi giorni dall’avvio del campionato. Ma aldilà della tattica, c’è un problema ben più grave relativo ai nerazzurri: la scarsa mentalità.
Un dato emerge tra tutti: nelle 10 partite finora disputate (Europa League compresa), l’Inter è andata sotto per ben 8 volte, 2 nei primi minuti di gioco: contro Roma e Sparta Praga, insomma, i nerazzurri sono stati costretti dopo pochi minuti ad inseguire, segno di poca mentalità e approccio alla partita errato. E quando gli avversari non l’hanno punita sin dall’inizio, è stata l’Inter stessa a scendere in campo con scarsa convinzione e voglia di aggredire la partita. L’unico caso in cui l’Inter ha piegato in breve tempo l’avversario è stata la trasferta di Empoli, con la doppietta di Icardi dopo 20 minuti. Di contro, le due rimonte completate contro Pescara e Juventus, a dimostrazione del fatto che i nerazzurri, se scendessero da subito in campo con il giusto atteggiamento, potrebbero giocarsela con chiunque.
Ma contro il Cagliari è andato in scena un altro copione, fino
L’ultima questione, invece, riguarda il più grande problema della recente storia nerazzurra in Serie A: l’incapacità di approfittare dei passi falsi delle avversarie. Anche questo weekend, come molti negli ultimi anni, l’Inter non è mai riuscita a sfruttare le sconfitte delle dirette concorrenti. 24 ore fa, è andato in scena al San Paolo Napoli-Roma, terminata 1-3 per i giallorossi. Qualsiasi risultato, combinato con una vittoria dei nerazzurri contro il Cagliari, avrebbe favorito i nerazzurri, avvicinandoli alla zona Champions. La consapevolezza di essere vicini all’obiettivo, insomma, invece di stimolare gli 11 in campo a fare di meglio, ad azzannare la partita, e quindi più generalmente a vincere, non fa altro che caricare di ulteriori responsabilità i giocatori, che invece di giocare a mente sgombra vengono assaliti dalla paura, dall’ansia della prestazione, dalle conseguenze di una sconfitta, più che dai benefici di una vittoria.
Più che l’avversario e le singole circostanze, insomma, ancora una volta l’avversario dell’Inter, dal punto di vista tecnico, tattico e mentale, è uno solo: l’Inter.
This post was last modified on 16 Ottobre 2016 - 20:57