Mauro Icardi arriva da una settimana difficile: l’uscita del suo libro ha scatenato un putiferio tra le fila della Curva Nord nerazzurra, che lo ha contestato nel match contro il Cagliari, nel quale ha sbagliato un calcio di rigore, ed anche ieri contro il Southampton, in cui a farla da padrone è stato il “silenzio” messo in scena da quella parte di tifoseria.
Ma il capitano dell’Inter, pur non segnando ed in difficoltà psicologica, ha dimostrato ancor di più le sue doti di grande attaccante. Contro i Saints ha palesato sostanza da attaccante tuttofare, ovvero movimento senza palla, corsa, profondità ed encomiabile lavoro per la squadra, soprattutto nel momento di maggior difficoltà, quello in inferiorità numerica dopo l’espulsione di Brozovic.
Certo, è mancato il gol; ma può risultare un dettaglio irrilevante se qualcun altro insacca al posto suo, vedi Candreva. Il vero attaccante è anche questo: colui che gioca per i compagni, colui che nel momento del bisogno si allontana dall’area avversaria e si impegna a dar manforte ai suoi, in evidente difficoltà con un centrocampista in meno. Icardi, dunque, è anche e soprattutto questo: un bomber (umano) che mette in campo sostanza e diventa punto di riferimento per la squadra; un capitano ed un patrimonio da tenere ben stretto a sé.
This post was last modified on 21 Ottobre 2016 - 11:35