Sono le 14.50 di un pomeriggio qualsiasi a Bergamo, il tifoso interista legge la formazione dei nerazzurri contro l’Atalanta e prenota già il biglietto sola andata per Amsterdam al tecnico De Boer Frank, in arte “Il motivatore“.
L’alba del giorno dopo conferma il biglietto, ma il tifoso colpito da un gesto di grande cuore come quello di Suning che vorrebbe comprare metà Milano decide che il viaggio in Olanda lo meritano anche Santon, Nagatomo, Murillo, Joao Mario, Brozovic, Perisic, Kondogbia Jovetic e tutte le copie dell’autobiografia di Icardi.
Guardando la classifica poi ci si ricorda quando, nel teatro dell’annata 98-99, il dopo gara vedeva Lucescu parlare della sua Inter come fa de Boer della squadra attuale, anno, quella dell’era Moratti, che si concluse con 4 allenatori cambiati e una mole di persone dello staff tecnico nel registro stipendi da fare invidia ai cinesi per il lungo elenco.
Più cinque sulla zona retrocessione, Inter a quota 11, Milan a 19, Inter che spende quattrini per Joao Mario e Gabigol, Milan che raccatta qua e la ed è a più 8, anzi, a meno due dalla Juventus e sopratutto in piena zona Champions.
Non si hanno notizie di Zhang Jindong, non vorremmo avesse fatto un gesto scellerato strozzando qualche collaboratore che gli aveva consigliato l’acquisto dell’Inter. Cresce il partito di chi sostiene che realmente Jindong voleva l’Inda, squadra a noi sconosciuta.
Per non farci mancare niente ecco che è in arrivo Erick Thohir. Se prima il presidente era chiaramente poco fortunato nelle partite viste, con sconfitte e pareggi e se poi decantava la sua cultura calcistica nominando Ventola come suo beniamino, ecco che ora l’ennesima medaglia al valore gli va data scegliendo e volendo fortemente Frank de Boer, uomo che va ammirato per la caparbietà nello studiare l’italiano, cosa che da qui a due giorni non gli servirà più.
Il problema reale è che non esistono sostituti decenti sulla piazza, nomi che farebbero eccitare una tifoseria che vede il lunedì come un giorno di lutto pensando alla penosa domenica calcistica. L’allenatore conta, eccome, ma se andate a vedere la faccia dello Special One dopo lo scontro con Conte perso per 4-0 si capisce che ieri era tutta una questione astrale, causata da Gasperini che ha raggiunto il suo obiettivo stagionale, battere l’Inter e farsi sbattere fuori.
Restando in tema Special One il pensiero dei romanticoni di ieri è stato: “José, ma perché vai allo United per prendere 4 gol dal tuo Chelsea, torna all’Inter, vedrai il divertimento con Jovetic e Brozovic“. A tale pensiero Mourinho ha risposto “Son cose che si dicono su 4-0, umiliazione per me“.
La fortuna calcistica è cancellare subito tutto, mercoledì di nuovo in campo contro il Torino del sergente Mihajlovic e dell’ex Ljajic, si potrebbe dire che dopo Gasperini nessun ex fa paura, invece c’è grandissima paura e Halloween è alle porte. Si salvi chi può.
This post was last modified on 24 Ottobre 2016 - 17:00