Il 9 agosto 2016 si celebrava, in casa Inter, l’ufficialità di Frank de Boer come nuovo allenatore dell’Inter. “Provaci tu Frank”, titolava la Gazzetta dello Sport, salvo già consigliarlo (d’altronde hanno la bacchetta magica) 14 giorni dopo la prima sconfitta: “De Boer datti 4 mosse”. Frank de Boer e i media, un amore mai sbocciato: dal “Frank di Burro” del Corriere dello Sport al “De Burrone” della Gazzetta dello Sport il passo è stato brevissimo.
Oggi, 1 novembre 2016, 84 giorni dopo il suo insediamento, l’allenatore olandese è stato esonerato. Saranno entusiasti gli autorevoli e rinomati giornalisti che, spesso, deridevano lo stentato (ma apprezzabile) italiano di de Boer. Magari un giorno l’allenatore olandese sarà seduto comodo in poltrona ascoltando l’inglese da cioccolatai di cotanti giornalisti. Criticare aspramente un allenatore è il mantra cardine del giornalismo italico, gaudente delle disgrazie tecniche di una squadra e pronta a massacrare chi la guida. La linea editoriale è stata scelta da tempo: “De Boer non è il tecnico ideale dell’Inter”, “Ultima chance de Boer” e via discorrendo. Un vero e proprio tiro al bersaglio (citando Tuttosport prima di Inter-Juventus: “Frank tiratori”) e la soluzione al problema olandese è stata trovata. Infatti, serve un nuovo allenatore ITALIANO che conosca la Serie A (troppo competitiva per un olandese, figlio dei fiori). Bene, benissimo, media e giornali avete fatto la vostra scelta. Ma chi afferma oggi che il prossimo allenatore (Pioli?) sarà la soluzione al problema de Boer, non si permetta poi di criticarlo quando la situazione dovrebbe peggiorare ulteriormente.
Era doverosa una premessa per un maltrattamento mediatico nei confronti di un autentico SIGNORE, uno di quelli che ha portato in alto i suoi valori, dentro e fuori dal campo. Adesso, l’Inter si ritrova, nuovamente a rivoluzionare la guida tecnica (ovviamente non perché certi giornali desiderassero ciò) di una squadra allo sbaraglio. Una domanda è, però, lecita farsela: perché è stato esonerato l’OTTAVO allenatore in SEI ANNI dopo Mourinho?
CONFUSIONE SOCIETARIA
Frank de Boer è l’ennesimo errore di una società incapace di scegliere un allenatore adatto alla guida tecnica di una squadra formata da giocatori viziati e poco professionali. La perpetua incapacità di difendere un professionista di livello internazionale che, da solo, ha cercato di sobbarcarsi una realtà complicata come quella nerazzurra. Dicevamo degli OTTO ALLENATORI IN 6 ANNI. Benitez e Gasperini, allenatori mai apprezzati dai giocatori, oppure Stramaccioni, fin troppo inesperto per guidare una squadra dalla forte personalità. Sostituiti da chi? Da Leonardo e dalla sua filosofia del “fate ciò che vi pare” e poi da Ranieri e il suo eccessivo rispetto nei confronti di campioni già sul viale del tramonto. Poi Mazzarri, Mancini, arrivando sino a de Boer. Tutti hanno avuto un problema in comune: la gestione dello spogliatoio nerazzurro.
CHI COMANDA ALL’INTER?
Un altro grande problema decennale dell’Inter: la personalità dei giocatori. Sì, proprio coloro che dovrebbero buttare sangue, anima e amore per la maglia, sono il problema nerazzurro. Infatti, guardando il passato, i giocatori riescono a decidere indirettamente quale allenatore sia migliore per la loro causa con prestazioni al limite della decenza. E la società? Sta a guardare, inerme, scegliendo un allenatore (Pioli?) che porterà a compimento l’ennesima stagione disastrosa. L’esonero di de Boer è l’incoerenza all’ennesima potenza di una società che, a parte Thohir, non ha mai voluto l’allenatore olandese. E la prossima scelta è chiara: l’allenatore sarà un autentico burattino in mano ai giocatori dell’Inter. I problemi sono chiari ed evidenti, così come la strada scelta, la più semplice: esonerare l’unico UOMO che ha provato a sistemare una condizione già di per sé critica.
DOLCETTO A FRANK
La notte di Halloween ha portato uno scherzetto non da poco a Frank de Boer e, personalmente voglio lanciare un mio personale dolcetto all’indirizzo dell’allenatore olandese. Cambiando un famoso detto: “Si capisce quanto vale un allenatore quando viene esonerato”, de Boer ha avuto la sfortuna professionale di arrivare a Milano nel periodo peggiore dell’Inter. Una società da amalgamare, poco tempo a disposizione e nonostante ciò, in 84 giorni è riuscito a portare una ventata di aria fresca che non si vedeva dai tempi dello Special One. A posteriori, Frank de Boer sarebbe stato il tecnico ideale per guidare la ricostruzione dell’Inter del Triplete. Avrebbe avuto più tempo e soprattutto avrebbe dimostrato all’Italia le sue capacità. De Boer era l’allenatore giusto, arrivato, quasi sicuramente, nel momento sbagliato. Giudicarlo adesso sarà pure la strada più facile da percorrere, ma non di certo quella più corretta. Frank lascia Milano, con quella valigia ancora piena di sogni e con il tempo che scorre velocemente come nemico peggiore. Il mio miglior augurio sarà quello di far rosicare, conquistando trofei, chi ti ha massacrato assiduamente. Per la tua professionalità e signorilità, in bocca al lupo, Frank!