Si sa, a volte i sogni diventano realtà. Basta crederci, cullarli e non mollare mai specialmente se la professione in questione è quella dell’allenatore e il tuo trascorso da calciatore non è stato di primissimo livello. Lo sa bene l’ex (temporaneo?) tecnico della Primavera dell’Inter Stefano Vecchi che da ieri è alla guida della Prima squadra nerazzurra con l’arduo compito di provare ad uscire con un risultato positivo dal St Mary’s di Southampton in Europa League.
Impresa difficile, considerando il momento ultra delicato che sta attraversando la squadra, ma che nello stesso tempo è da considerarsi molto stimolante per tutte le parti in causa. I ragazzi devono scrollarsi di dosso la tensione del momento mentre per il giovane tecnico nerazzurro rappresenta l’occasione che probabilmente neanche tra le più rosee aspettative poteva immaginare solo 3 anni fa quando sedeva sulla panchina del Carpi in serie cadetta.
Una carriera iniziata ancora da più in basso quando il giovanissimo Vecchi, terminata l’esperienza da giocatore nel Pergocrema, decide di intraprendere quella di allenatore partendo dal Mapello nella stagione 2005-2006 in promozione, centrando l’Eccellenza al primo colpo. Passaggio alla Colognese per tre stagioni, poi i due anni d’oro alla Tritium (Trezzo sull’Adda) con la quale ottiene una doppia promozione (dalla D alla ex Lega Pro-Prima Divisione).
Spal, Sud Tirol, Carpi prima della chiamata in nerazzurro alla guida della Primavera con la quale ottiene il prestigiosissimo Viareggio ed il suo fedelissimo 4-4-1-1 a fare da padrone in tutta la sua avventura in nerazzurro e non solo. Ora la prima delle due affascinanti sfide da tecnico della Prima squadra. Il suo futuro sembra segnato con il ritorno in Primavera ma una carriera così vertiginosamente in crescendo come è stata quella di Stefano Vecchi nei suoi dieci anni da allenatore potrebbe avere anche conseguenze imprevedibili così come la storia affascinante del calcio insegna.
This post was last modified on 2 Novembre 2016 - 17:33