TOTO PANCHINA – Pioli in pole. Poche parole, idee chiare ed intensità

Nulla è semplice in casa Inter ed anche quando si prende una decisione, dietro l’angolo si cela sembra una sorpresa, un’insidia, un’ostacolo.

Scegliere l’allenatore non è affatto semplice ed ora che almeno è stato fatto il passo per allontanata de Boer, inizia il toto panchina e soprattutto il casting delle varie anime nerazzurre ai possibili successori dell’olandese.

Uno dei nomi più caldi, anzi il nome più caldo (e già bloccato!) per la parte “sportiva” della società nerazzurra, quindi Ausilio e Gardini (e forse Zanetti), è sicuramente quello di Stefano Pioli.
Il parmense piace perché italiano, quindi già conoscitore del campionato, degli avversari e dell’ambiente molto molto caldo che potrebbe trovare al suo arrivo. In più sarebbe forse un traghettatore, ma soprattutto un normalizzatore, senza idee di rivoluzioni nella testa che necessiterebbero di troppo tempo e l’accordo sarebbe sulla base di un anno e mezzo, cioè 8 mesi più l’opzione per la stagione 2017/2018. Non si può pensare di far iniziare un rapporto con la data di scadenza a pochi mesi di distanza.
Ciò che poi intriga dalle parti di Corso Vittorio Emanuele è il fatto che si tratta di un professionista serio, abbastanza schivo, di poche parole, ma con idee chiare e soprattutto con la pretesa di grande intensità durante gli allenamenti. Ciò che più preme ad Ausilio è trovare una persona che sappia gestire il gruppo e li metta sotto a lavorare, soprattutto in settimana.

Chi è Stefano Pioli?
Il probabile nuovo mister nerazzurro è nato a Parma il 20 ottobre 1965.
Ha un passato da calciatore di tutto rispetto, oltre a giocare nel Parma, di cui è anche grande tifoso, il suo apice della carriera lo raggiunge nelle file della Juventus in cui milita per ben 3 stagioni, gioca 57 partite e si laurea campione d’Europa, d’Italia e alza al cielo anche la Coppa Intercontinentale del 1985.

pioli-candreva

Poi Verona, Fiorentina dove rimane per ben 6 stagioni, Padova, fino ad arrivare al 1999 quando dopo una stagione al Colorno, appende gli scarpini al chiodo.

La vita in panchina inizia appena dismessi gli scarpini e le giovanili del Bologna per tre stagioni ed una alla guida della primavera del Chievo, sono il suo rodaggio.

Finalmente nel 2003 arriva la sua prima esperienza al timone di una prima squadra: la Salernitana in serie B.
La sua vita da mister è scritta con sacrificio e molta gavetta, i suoi credo sono stati il 4-2-3-1 ed il 3-5-2, fino a quando non è arrivato alla Lazio, dove è passato al 4-3-3.

Ma andando con ordine, dopo l’esperienza a Salerno, passa al Modena, con cui dopo averli sfiorati, conquista un qualificazione ai play-off, un’esonero ed una richiamata.

Successivamente prova il grande salto, passando in serie A alla guida del Parma, ma l’esperienza dura poco e sostituito da Claudio Ranieri torna in serie B al timone del Grosseto.

Poi è la volta di Piacenza, Sassuolo, con cui conquista uno storico quarto posto in serie B ed è eliminato ai play-off dal Torino e il Chievo di Campedelli, con cui raggiunge facilmente la salvezza, esprimendo un bel calcio e risultando la miglior quarta difesa del campionato.

L’esperienza a Palermo è, come da copione, turbolenta e breve e si passa al Bologna.
Con la squadra emiliana fa segnare un nono ed un tredicesimo posto, per poi, dopo l’esonero, aspettare la chiamata di Lotito.
Nel giugno 2014 firma con la Lazio con cui arriva in finale di Coppa Italia, che poi perderà contro la Juventus ai supplementari ed arriva terzo in campionato, regalando i preliminari di Champions ai biancoazzurri.  Perde la Supercoppa sempre per mano dei bianconeri ed il 3 aprile 2016, a seguito della sconfitta per 4-1 nel derby, viene esonerato.

Con la squadra della capitale ha allenato per quasi due anni anche Candreva, con cui ci sono stati anche alcuni attriti.

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