La spiegazione di Southampton-Inter è tutta nella faccia stordita di Nagatomo dopo l’autogol decisivo: illusione, sfortuna, realtà, dalla città dello Hampshire, più precisamente dal porto dietro lo stadio St.Mary, un secolo fa è partito il Titanic. Il paragone con i nerazzurri è perfetto.
Dopo il vantaggio di Icardi e il rigore parato da Handanovic, due incertezze regalano i 3 punti ai padroni di casa, ora vicini ad una qualificazione che per l’Inter è pura utopia.
Si poteva giocare per smentire de Boer, ma invece l’Inter attuale è solo Handanovic e Icardi: il portiere compie almeno tre salvataggi decisivi, il capitano segna ancora, poi non viene più servito e affonda insieme alla sua squadra. La risposta caratteriale dei nerazzurri non esiste, lotta e si sbatte Medel ma davanti a se trova un’accozzaglia di idee che svaniscono con l’andar del tempo.
Gol e rigore parato, sarebbe una serata in cui la Dea bendata sta tifando Inter: invece niente, tiro che sbatte sulla traversa e statuette nerazzurre che vedono Virgil Van Dijk pareggiare il conto delle reti sul tabellino. Poi innocuo cross che viene spedito su Nagatomo, nipponico triste al cospetto dello sguardo da killer del connazionale Yoshida, autogol e Inter a casa.
L’idea è che il progetto dell’Inter attuale sia anche peggio del Titanic: squadra senza gambe, senza attributi che si scioglie quando ad entrare è il numero 10 dei Saints, Charlie Austin, mica Alan Shearer, che invece insieme a Van Dijk trascina la squadra locale e si prende gioco di una banda in trasferta che ha le magliette color Sprite ma che di gasato ha ben poco.