Il momento di crisi nerazzurra deboeriana era superabile, dopotutto. Un tecnico nuovo, catapultato in una realtà che non gli apparteneva, non sua, così lontana dalla concezione di campo e campionato olandese al quale era abituato, l’intoppo sul cammino era dietro l’angolo. Certo, nessuno forse si aspettava un inizio così disastroso, un addio annunciato e prolungato solamente dalla vittoria sulla Juventus prima e sul Torino poi, perchè le voci sull’esonero circolavano già dopo la prima giornata, quando l’Inter usciva malamente battuta per 2-0 sul campo del Chievo, non certo il Barcellona.
Il ritratto di quello che è successo a Milano, sponda cestistica però, dove coach Jasmin Repesa si è sfogato dopo il match vinto in rimonta dall’Olimpia sul Torino. Uno slavo dello stampo di quelli che non mollano mai Jasmin, di quelli che ti coprono di elogi se dai l’anima, ma che non esitano a riempirti di rimproveri qualora tu sia ‘molle’.
“Abbiamo faticato tantissimo” dice. “La verità è che molti di questi giocatori non hanno voglia di piegare le gambe e pensano alle stats personali, sono egoisti. Le mie squadre hanno sempre avuto un’eccellente difesa, ma questa no, e il mio nome vicino non ce lo voglio mettere. Dover parlare di indolenza per giocatori coperti d’oro è vergognoso, se qualcuno di questi trova squadra può andare via da domani, ma ne dubito che ci riescano. Domani doppio allenamento, o piegano le gambe o sono out. Sto anche pensando a sospensioni individuali, sono tutti a rischio“.
Che sarebbe successo, se queste parole fossero state pronunciate da de Boer? non possiamo saperlo, anche se una scossa del genere pareva essere la miglior medicina al ‘mal di campo’ nerazzurro.