Quando è spuntato il nome di Stefano Pioli tra i candidati nerazzurri qualche tifoso ha esclamato: “No, meglio Vecchi perché è interista, Pioli è juventino“. Niente di più sbagliato: Pioli proviene da una famiglia di interisti e lui stesso a 13 anni ha visto esaudire il suo desiderio di vedere la “sua” Inter dal vivo, senza sapere che quei colori li avrebbe abbracciati solo nel 2016.
Come racconta La Gazzetta dello Sport domenica 1 ottobre 1978 le insistenze del Pioli ragazzo trovano felicità: si gioca Bologna-Inter e papà Pasquino e mamma Maria Luisa decidono di far avverare i sogni di Stefano e dei fratelli Leonardo e Danilo, tutti con l’Inter nel cuore. Da Parma a Bologna, pranzo al sacco per vedere Bordon, Marini, Oriali e i giovani Beccalossi e Altobelli agli ordini del sergente Bersellini.
Il cuore di Stefano esulta al gol di Muraro che decide la partita, in un campionato che vedrà prevalere il Milan di Rivera lanciato verso lo scudetto della stella. Pioli sta emergendo come calciatore e non rinnega la sua fede nerazzurra nonostante in quegli anni i trionfi siano cosa rara. Si dispiace quando viene etichettato come juventino perché il suo esordio in A arriva con i bianconeri, ma anche in questo caso esiste un retroscena curioso.
Pioli sta facendo bene nel Parma, altro suo grande amore perché in quella città è nato e cresciuto: nel 1984 poco più che diciottenne viene proposto all’Inter, l’affare sembra fatto ma complice una telefonata sull’Autostrada del Sole tra Boniperti e Sogliano cambia le carte in tavola. La Juventus offre un miliardo di lire, Pioli accetta perché semplicemente lo pagano di più, così per abbracciare l’Inter dovrà aspettare da quel momento altri 32 anni.
This post was last modified on 9 Novembre 2016 - 10:49