La Gazzetta dello Sport racconta l’ultima partita di Diego Milito, organizzata del Cilindro di Avellaneda, è un mix di emozioni incredibili, e sembra una partita di campionato. 30mila persone per un match da 60 minuti, con tutti gli amici e i calciatori più importanti che hanno accompagnato la carriera del Principe, che come successe anche nella notte di Madrid, si trasforma in re, stavolta per salutare il calcio giocato. Ci sono i compagni del Racing vincente nel 2001, quelli del Saragoza, come Ayala, Maxi Rodriguez, Ponzio, D’Alessandro, e gli interisti Cordoba, Zanetti, Burdisso e Toldo.
Manca Mourinho, invitato dal campione argentino ma impossibilitato ad essere presente. Proprio il ruolo da allenatore potrebbe essere il suo futuro, con Burdisso che, emozionato, parla del suo ex compagno come di una figura unica, perfetta per far crescere dei ragazzi ed insegnare calcio. Il presidente del Racing lo vuole come direttore sportivo ma Milito vuole allenare. Intanto tutti i giocatori della partita indossano la maglia numero 22 e su Twitter viene lanciato l’hashtag Gracias22, per raccogliere tutti i messaggi d’amore per il principe.
Dopo 18 minuti segna il gol a Toldo, che quasi para il tiro dell’ex compagno, loro che hanno giocato insieme solo un anno, quello del Triplete deciso proprio dall’argentino. In Argentina è un mito per il titolo nel 2001 dopo 35 anni ma soprattutto per la vittoria nel 2014, di ritorno dall’Europa. Lì è diventato un simbolo. Lo striscione più in voga è “Eternamente Gracias”, venduto a pochi passi dallo stadio a Via Diego Milito, ma presto chissà se anche lo stadio possa prendere il nome dell’attaccante. Poi la doppietta del principe e il gol del figlio, entrato da poco, per regalare la gioia anche all’erede.