Se nel derby conta ovviamente molto il risultato e la prestazione sul campo, non si può affatto tralasciare un’altra sfida nella sfida, quella tra le due curve, la Nord nerazzurra e la Sud Rossonera, sempre ineccepibili dal punto di vista del tifo e soprattutto delle coreografie, con le quali animano e inaugurano la sfida al momento dell’ingresso in campo delle squadre.
Nella memoria collettiva dei tifosi sono diverse quelle rimaste impresse indelebilmente, come quella del “Ti Dominet Milan” allestita dall’Inter nel derby di fine stagione del 2012, o quella del colpo di testa di Hateley di matrice rossonera messa in piazza lo scorso anno nel derby vinto al ritorno.
Come ha scritto oggi la Gazzetta dello Sport, il laboratorio delle coreografie delle due curve può smentire tranquillamente tutti i luoghi comuni sul tifo organizzato.
Nelle curve si possono trovare persone che si occupano di architettura, arti grafiche, Belle Arti e che mettono al servizio della comunità le loro conoscenze per dar vita a veri e propri capolavori, creati di notte o nei weekend.
Questo mondo ha incuriosito molto anche all’estero, con l’emittente tedesca Zdf che ha addirittura prodotto un docufilm sul lavoro dei ragazzi della Nord nerazzurra, rimanendo colpita e affascinata dal lavoro e dall’entusiasmo versato nell’attività.
Del resto queste coreografie sono come simboli identitari, che segnano il legame delle persone con la loro squadra e la loro città, completamente autofinanziate e differenti da quelle che si trovano in stati di proprietà come Juventus e Barcellona, dal contenuto spesso banale.
Il Milan, giocando ufficialmente in casa, avrà la possibilità di estendere il proprio lavoro al primo e al terzo anello blu e per l’occasione sono stati addirittura dipinti circa 5600 fogli a mano, con le lunghe tele addirittura poste lungo i cavalcavia della città per combattere il pericolo pioggia. Domani alle 8:30 del mattino tutti saranno già allo stadio per allestire i propri lavori e far stropicciare così gli occhi a tutti gli altri spettatori dello stadio, ma anche a quelli che guarderanno da casa.