Hapoel Inter, la partita che doveva rilanciare i nerazzurri e riavvicinarli alla qualificazione. Il campo, però, ha detto ben altro: l’Inter è uscita sconfitta per 3-2, abbandonando la competizione. Ancora una volta, gli uomini di Pioli pagano un secondo tempo assolutamente insufficiente. La rimonta dell’Hapoel ha messo in luce i problemi dell’Inter: la mancanza di concentrazione.
Hapoel Inter, primo tempo quasi perfetto
L’Inter parte con un 4-2-3-1 in cui i principali interpreti hanno libertà di svariare. A centrocampo, con Melo davanti alla difesa c’è Brozovic sulla destra. Banega, schierato come trequartista, spesso si sposta a sinistra, con i due esterni, Candreva ed Eder, che cercano spesso di accentrarsi per dialogare. L’idea è quella di creare densità al centro, per poi allargare sulle corsie laterali e trovare impreparati gli israeliani. La missione riesce splendidamente, perché l’Hapoel soffre sulle corsie esterne: da lì parte il cross di Eder per l’1-0 di Icardi. Anche centralmente, però, gli israeliani non riescono ad opporsi ai nerazzurri. Il 2-0 è un capolavoro tecnico-tattico, con scambi veloci e ripetuti tra Eder, Candreva e Banega. A destra si libera lo spazio in cui si inserisce Brozovic, che con uno splendido tiro a giro raddoppia. L’Hapoel cambia, inserendo Radi per Taha e passando al 4-3-3.
Secondo tempo, ovvero come ho imparato a non dare nulla per scontato con l’Inter
Nella ripresa, l’Inter scende in campo (?) con la convinzione di aver già portato a casa la partita. Come se vincere 2-0 dopo 45 minuti in una partita fatta di 90′ sia condizione necessaria e sufficiente per ottenere i 3 punti. Così, la traversa di Icardi dopo pochi minuti è solo l’illusione di vivere una partita tranquilla. L’1-2 di Lucio Maranhao è il primo segnale di calo fisico e mentale: l’errore, in questo caso, è di Miranda, che dimentica il brasiliano, lasciandolo libero di colpire di testa.
Il gol rivitalizza l’Hapoel Inter in completa balia degli avversari. A nulla serve il cambio di Pioli, che inserisce Perisic per Eder con l’idea di punire gli israeliani in contropiede. Il gol del pareggio, però, è solo questione di tempo: su un lancio lungo, Murillo decide di andare al passo con il suo compagno di reparto. Un pallone di facile lettura diventa preda di Buzaglo, che supera Handanovic. Il portiere sloveno, anch’egli ingenuamente, commette un fallo che gli costa l’espulsione, con conseguente rigore. Queste 3 disattenzioni, nel giro di 20 minuti, annullano quanto fatto nei precedenti 45. Errori assolutamente inammissibili per individualità di questo livello, a cui spetta il difficile compito di proteggere l’Inter. Il resto del secondo tempo ci presenta un’Inter che, sotto di un uomo, cerca disperatamente il gol del 3-2, visto che il pareggio non serve. Risultato? Ripartenza sul fischio finale e 3-2, Inter sconfitta ed eliminata.
Ancora una volta, quello che ci resta è la sensazione di un’Inter a due volti: quella del primo tempo, da cui ripartire. Quella del secondo tempo, da cui allontanarsi. I problemi emersi nella ripresa vanno eliminati, o i nerazzurri resteranno soltanto un malato in convalescenza incapace di guarire.