La gara dei nerazzurri di ieri sera ha confermato delle sostanziose lacune dell’approccio alla partita da parte degli uomini di Pioli. Il problema non pare tattico, perché è ricorrente indipendentemente dall’allenatore che siede su quella panchina che, a conti fatti, scotta più che mai. I primi minuti del San Paolo sono emblematici: fase offensiva ‘massiccia’ e confusionaria, tanti uomini all’attacco in maniera disordinata. Questo espone inevitabilmente la squadra a facili contropiede, che permettono agli avversari di andare in porta con un paio di passaggi. Se ci aggiungiamo una fase difensiva assai approssimativa, la ricetta per il disastro è messa a punto. L’attacco e la difesa sono sconnessi a causa di un centrocampo senza filtro e senza idea, dove la corsa latita e le idee pure, i vari interpreti hanno dimostrato che la disposizione è ininfluente.
Prendiamo ad esempio il gol di Hamsik, ‘gemello’ di quello subito da Kalinic nel match di lunedì. A San Siro fu Badelj, ieri sera Zielinski, che con un solo passaggio in verticale sono stati in grado di tagliare fuori due reparti. Candreva, che dovrebbe essere un esterno offensivo, che si trova a dover forsennatamente chiudere la mancata copertura di D’Ambrosio, non riuscendoci e permettendo prima al croato viola e poi ad Hamsik di andare in rete. Il ‘disguido’ tattico sistematico è il monito palese di una squadra che, aldilà delle carenze tattiche dovute ad un cambio repentino di allenatore, pare proprio deficitare dal punto di vista mentale e dell’impegno, problemi già emersi ai tempi di de Boer.