L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Napoli-Inter, siamo punto e a capo

Un’Inter così la si vede da anni. Da troppo, troppo tempo. Francamente ore, il tempo sta diventando un supplizio. Andando in là con la memoria, si dovrebbe recuperare l’ultima sconfitta ‘importante’ nerazzurra in campionato. Perchè batoste, sia dal punto di vista del gioco che del punteggio, l’Inter post triplete ne ha subite diverse, la gara di ieri sera con il Napoli non è certo una novità. L’ultima sconfitta ‘sensata’ è probabilmente il 3-0 del Milan nel derby del 2010-2011, Leonardo in panchina, sconfitta decisiva e addio allo scudetto. Da lì in poi, tutte le disfatte nerazzurre hanno il sapore di quella del San Paolo, un’Inter inerme e un risultato che non cambia poi molto.

pioli suningUn rigurgito di ambizioni si era avuto con la vittoria (poco) convincente di Giovedì, sapendo di arrivare impreparati alla prova di Napoli. La squadra di Sarri, pur in crisi di gol e risultati, ritrova spesso le certezze perdute nei big match al San Paolo, dove fa il pieno di spirito e verve grazie al supporto di un pubblico che sa come calarsi alla perfezione nel ruolo di ‘dodicesimo uomo’. La partita ha un padrone sin dal principio, il Napoli passa avanti al primo affondo con Zielinski e al secondo con Hamsik, con assist dell’illuminato centrocampista polacco. Insigne mette la ciliegina sulla torta nella ripresa, mentre Reina con un paio di miracoli nega qualsiasi velleità di rimonta agli uomini di Pioli.

Altri punti persi rispetto alla zona Europa, altra sconfitta, altro allenatore nuovo, altra stagione da reinventare all’inizio di Dicembre, con obiettivi ridimensionati di parecchio. La realtà è che, da 5 stagioni a questa parte, viene anche difficile parlare di punti persi, la testa del tifoso lo imporrebbe, ma quella che deve sempre essere un lucido utilizzo del raziocinio dice che l’Inter è questa, fatta di alti e (tanti) bassi, incapace di essere costante e chiamata a stupire in ogni situazione complicata, come se ne fosse sempre in grado o ne avesse sempre le energie. Il match di ieri sera è l’espressione dei valori sul rettangolo verde, una squadra organizzata di base di fronte ad un momento di appannamento contro una squadra confusa che può vivere dei lampi dei singoli, nemmeno sempre. Ha vinto, ca va sans dire, la programmazione, quella che all’Inter manca, perchè anche in allenamento, come in campo, i calciatori devono rincorrere i dettami di un allenatore che non è mai lo stesso con cui si è partiti. Sarri, grazie al tempo concesso e ai giocatori riesce a proporre una delle impostazioni migliori d’Italia. La continuità, purtroppo, non si acquista al mercato di Gennaio.

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