Inter-Suning, tanti investimenti futuri, sogni che potrebbero avverarsi o no, allenatori che si prenotano, campioni che verranno ma una domanda: al presente chi ci pensa? Chi rappresenta lo Spirito Inter?
Da quando Suning ha preso proprietà dell’Inter in tanti giocano a ciò che verrà. Messi all’Inter, sogno possibile, Simeone in nerazzurro? E perché no? Tutto bene e tutto bello, ma alla squadra e al macello attuale chi ci pensa?
Come vi sentireste voi, in qualsiasi lavoro dove vi impegnate al massimo, a sapere che ciò che fate sarà fondamentalmente inutile perché si sa che verrà un altro al vostro posto?
Tutti parlano di Diego Simeone, in futuro arriverà lui, cosi ha predetto il Cholo e così secondo lui avverrà. Già su questa base si vede la pochezza societaria dell’Inter. In quale società seria un allenatore si prenota e nessuno lo smentisce? Bisogna avere rispetto per l’attuale allenatore, per quello vecchio che è stato esonerato e per chi oggi è l’Inter. Già, l’Inter. Ma chi è oggi l’Inter?
A pagare è sempre l’allenatore, prendete de Boer, inadatto alla Serie A si diceva, ma l’olandese s’impegna, è testardo, studia anche l’italiano (Va bene prenderlo in giro per il suo italiano, ma voi in Olanda con la loro lingua come vi rapportereste?), viene lasciato solo da società e da giocatori e alla fine salta. Ora Pioli, per gasare l’ambiente si dice sia interista da sempre, cosa che farebbe inorridire Zenga e la sua dichiarata e spudorata fede nerazzurra, pareggia un derby in extremis, poi doppia brutta figura con Hapoel e Napoli.
Non esiste che sia al 100% di Pioli, anzi, l’allenatore emiliano ha l’1% delle colpe, perché nell’Inter non si sa chi comanda. Zhang Jindong è a Nanchino. Lui può solo sperperare denaro come con lo Jiangsu e i ricavi in oriente gli danno ragione. Ma qua siamo in Italia, a noi la fantasia non manca e se ci si può complicare la vita siamo sempre i migliori.
Allora comanda Erick Thohir?
Bella risata, mai si era sentito di un investitore che compra un giocatore prestando i soldi (Hernanes) con tassi d’interesse altissimi. Forse potrebbe esistere nelle categorie minori, ma qua si parla di Inter.
Moratti? Lui si che vorrebbe tornare, ma ora ha le mani legate, penserà: “Il cinese investe e l’indonesiano non molla le quote, l’italiano sta a guardare”.
Javier Zanetti? Il capitano è leggenda, ma immaginarlo ad alzar i toni nello spogliatoio sembra troppo.
Piero Ausilio? Le parole di Materazzi (lui sì che incarna perfettamente lo spirito Inter) fanno riflettere, e se fosse il ds l’obiettivo di Matrix?
Capite che la Babele nerazzurra è complicata da capire, figuriamoci per Pioli che in emergenza non sa a chi rivolgersi e oltre al danno di avere una squadra indegna ha la beffa di sentire sempre Simeone.
Una società seria farebbe subito una cosa, stopperebbe Simeone dicendo: “Senta Diego, le faremo sapere, per adesso pensi ai Colchoneros suoi”. Poi inizierebbe a far piazza pulita di tutti gli esuberi, partendo proprio dai dirigenti.
Prendete ad esempio la Juventus, ha 3 pedine, Marotta, Paratici e Allegri. Due dirigenti e un allenatore. Stop. Il presidente bianconero non è mai menzionato e può dedicarsi al suo hobby preferito: chiedere risarcimenti alla Figc.
Ma battute a parte sui bianconeri, la Juventus è realmente l’esempio pratico di come si dirige una società.
La notizia di ieri dello spostamento di Miranda ha fatto più sorridere che far pensare ad un idea geniale, un pochino come se Handanovic diventasse l’ariete perfetto per i colpi di testa sui calci d’angolo.
Però Pioli deve inventare, ha a disposizione una rosa che per nomi vale la Juventus (in teoria non sfigurerebbe presi uno per uno) ma quando sono disposti in campo fanno ridere. Gli altri.
Manca lo spirito Inter, nessun tifoso s’identifica in questa squadra, nessuna bava alla bocca quando si deve lottare. E così si finisce a parlare del Triplete, Materazzi, Mourinho, Milito, Eto’o terzino.
A questo punto converrebbe rivedere il film “L’allenatore nel pallone” e la leggendaria Bi-Zona, o 5-5-5 del mitico Oronzo Canà.
Stop ai ricordi, viene da piangere.
Si salva Icardi, si, fino al prossimo libro. Poi dopo il capitano vuoto assoluto. Quest’Inter, quest’ambiente e questa società ha invecchiato anche Banega, genio di Siviglia, ha fatto diventare pigro Joao Mario, campione d’Europa, ha intristito Jovetic, ha fatto sparire Brozovic, fatto diventar brocco Murillo (andate a rivedere quanto offriva il Bayern per lui), e in rosa ci sono ancora Melo, Kondogbia e Ranocchia.
Gabigol può anche non essere fenomeno, ma al suo posto andremmo fuori di testa. Nessun discorso economico, non esiste al mondo che ad un giovane brasiliano togli il campo e il pallone. E anche qui il top della società, nessun dirigente (anche Pioli e de Boer sia chiaro) ha la faccia di spiegare come stanno le cose.
Il giocatore ha dimenticato come si sta in campo? E’ triste? E’ un asino? E’ un fenomeno?
Dategli una possibilità, perché sinceramente rode tantissimo vedere Coutinho che inventa calcio in Premier. Nessuno credette in lui all’Inter. Errori che si susseguono come i vecchi fatti anni fa con Dennis Bergkamp e Roberto Carlos.
L’esempio pratico dello spirito che uno vuole vedere in campo non dista troppo lontano da Appiano Gentile.
Gianluca Lapadula è in continua evoluzione, per mesi non ha visto il campo, poi è stato trattato da riserva di Bacca e mai, e sottolineiamo mai, è uscita una dichiarazione di malcontento.
Il Milan è ben più protetto dell‘Inter. Infatti, se ci fossero problemi difficilmente si arriverebbe a saperlo. In casa nerazzurra, invece, il discorso è l’inverso. Se tutto va bene si crea qualche caso (vedi Mancini lo scorso anno mentre era in testa ma vinceva solo 1-0). Invece, Lapadula è il nuovo eroe del calcio italiano: entra in campo con la bava alla bocca, segna di tacco e poi si ripete. A parti inverse sarebbe solo fortuna di Pioli a sfruttare un attaccante così.
Messi arriva all’Inter, in questa Inter, cosa cambia?
Nulla, perché Messi potrà anche fare gli stessi gol che fa in Liga (dubito) ma se poi il centrocampo non protegge la difesa e il portiere sbaglia un intervento la partita finisce sempre in favore degli avversari.
E la società? Con Messi chi si vanterà dell’acquisto per far dimenticare 100 errori?
Purtroppo non funziona così, prima di prender Messi, rivogliamo il vecchio spirito Inter. Lo spirito della Pazza Inter. Quello che ci consegna l’orgoglio di una squadra che in campo esce stremata perché ha dato tutto.
E questa cosa, credeteci, vale molto più di Lionel Messi.
This post was last modified on 6 Dicembre 2016 - 18:58