L’Inter saluta l’Europa League con una vittoria sullo Sparta Praga. Tre punti inutili, se non per un motivo d’orgoglio, che lasciano una scia di rimpianti per ciò che poteva essere ed invece non è stato…
La doppietta di Eder, con la complicità di Carrizo dagli undici metri, regalano sì a Pioli un (mezzo) motivo per sorridere, ma è troppo poco per una società che vuole ritornare grande. Le quattro sconfitte, in particolar modo quelle patite dagli israeliani dell’Hapoel Beer Sheva, sono un boccone troppo amaro da digerire in “quattro e quattr’otto”, come si suol dire. E allora è forse limitativo parlare di rimpianti. Certo, il girone ( sulla carta) era una ghiotta, ghiottissima, occasione per passare il turno anche con relativa nonchalance.
Ma evidentemente, non era alla portata di questa Inter, troppo brutta per essere vera. Troppo scarsa per voler fare il passo più lungo della gamba. L’Europa, temporaneamente (si spera) è ormai alle spalle, riposta nel dimenticatoio. Alla fine passano il turno loro, proprio gli israeliani tanto presi sotto gamba al sorteggio quanto poi deleteri nella storia del girone: 2 sconfitte e 6 punti regalati alla banda biancorossa che ha strappato così uno storico pass ai sedicesimi.
Se l’Inter vorrà seriamente tornare a disputarla con i dovuti crismi, dovrà farlo step by step, un passo alla volta, altrimenti non andrà da nessuna parte. Inter Sparta Praga rappresenta proprio questo: quella stagione che fin qui ha regalato pochissime gioie e quelle poche sono state effimere. Proprio come il gol di Eder che nel recupero ha regalato solo un +1 sul tabellino e nulla più. Adesso occorre ripartire anche in campionato cercando di non pensare alla classifica e risollevare un’annata sportiva fin qui più che fallimentare.
This post was last modified on 9 Dicembre 2016 - 00:20