Candreva show. Ecco cosa traspare dall’ultima partita di campionato. Antonio sta diventano una certezza in casa nerazzurra, una delle poche note positive di questo avvio di stagione.
Candreva show: non si chiamerà Candrevinho o Candrevinhovic, ma che qualità
La globalizzazione e l’apertura delle frontiere hanno portato nel calcio ad enormi riscontri positivi, ma come tutti i grandi mutamenti anche ad effetti collaterali. Primo fra tutti la svalutazione del patrimonio nostrano. O perlomeno, la convinzione diffusa che straniero sia necessariamente meglio. Ed allora via, a spendere milioni per altisonanti nomi stranieri che il più delle volte si rivelano dei flop rispetto alle attese, con unico risultato quello di “bruciare” le giovani promesse autoctone.
Antonio Candreva attualmente è forse il miglior esempio di quanto questa convinzione possa rivelarsi sbagliata. Rapido, tecnico, intelligente tatticamente, duttile e munito di un gran tiro, il centrocampista classe ’87 è ormai una realtà importante nel calcio italiano. Nella palude che, nonostante la piccola rimonta, l’Inter continua ad essere, è uno dei pilastri portanti. Il perfetto esempio di qualità e quantità, il prototipo del centrocampista necessario per la rifondazione interista.
Un arrivo in sordina per un giocatore fondamentale
Tuttavia al suo arrivo in casa nerazzurra nessuno si aspettava un impatto così importante da parte sua, tutti gli occhi erano puntati sui grandi colpi provenienti dalle terre straniere, non ci si aspettava grandi cose dal romano. Ovunque l’attesa era per i vari Banega, Gabigol, Joao Mario e perché no, Kondogbia, chiamato alla stagione della riscossa. Chissà cosa ci regaleranno questi campioni ci si chiedeva. Chissà dove si può arrivare. Già chissà.
Sta di fatto che alle soglie della pausa invernale, l’unico innesto che ha ampiamente ripagato l’investimento è stato proprio l’italiano che, senza clamore o pretese, ha preso in mano le redini della squadra, diventando una pedina insostituibile nello scacchiere nerazzurro. L’apporto in termini statistici è da fuoriclasse: quando è in giornata è un giocatore in grado di fare la differenza, sia in fase di rifinitura che realizzativa.
Le fondamenta da cui partire per ricucire lo strappo
Candreva non sarà forse, agli occhi dei detrattori perlomeno, il fuoriclasse che l’Inter merita, ma è quello di cui ha bisogno ora. Pur senza tanti fronzoli, è uno dei pochi punti fermi da cui si può ripartire per cercare una rimonta verso le zone alte della classifica. Perché quando i cosiddetti “campioni” vacillano e rischiano di affondare, (vedi Perisic e Icardi, malissimo oggi col Sassuolo) i salvatori emergono per portare a compimento l’opera. Ed è ciò che fa il nostro numero 87. Quando serve, quando siamo in pericolo, lui arriva. Che sia per cantare o per portare la croce lui, il nostro nuovo paladino silente, giunge. Fa il suo mestiere e lo fa coi fiocchi. Non cadete quindi anche voi nell’errore di sottovalutare un talento silenzioso: sono i più affidabili e concreti. Date ad Antonio quel che è di Antonio.