Xherdan Shaqiri doveva rappresentare la rinascita interista con Mancini, ma ciò non avvenne. Lo svizzero rimase solo per sei mesi, dove tante furono le panchine accumulate. In estate l’Inter cercò di venderlo e l’accordo fu trovato in Inghilterra con lo Stoke City. Lo svizzero, in merito, ha rilasciato a Spox.com delle dichiarazioni non proprio lusinghiere verso l’ex club.
SHAQIRI INTER, PROBLEMI COL CALCIO ITALIANO
Eppure, l’accoglienza in Italia fu enfatica e di grande impatto:
“L’Inter mi aveva semplicemente cercato di più. Mi avevano promesso una nuova Inter. Nella Bundesliga avevo già vinto tutto. L’accoglienza è stata davvero pazzesca. La guardia di sicurezza mi ha quasi soffocato perché è scoppiato il caos e aveva perso il controllo. Lo stile di vita era genaile, sono quasi stati i sei mesi migliori della mia vita. Il centro sportivo si trovava a Como, vicino anche alla Svizzera”.
Ciò non significo però un rapido adattamento al calcio italiano e alle sue peculiarità:
“Il calcio italiano non mi è piaciuto particolarmente. Troppo lento, pieno di tattica, era difficile portare in campo la mia esplosività. Una volta, durante un allenamento, ho tirato per due ore 200 calci d’angolo da destra e da sinistra. Non avevo mai fatto una cosa simile”.
“Le infrastrutture dell’Inter sono sinceramente una vergogna. Che un club così famoso non trovi un modo per investire nelle infrastrutture è davvero sorprendente. Alimentazione, riabilitazione, analisi delle prestazioni, varietà negli allenamenti: trovo che in Inghilterra è tutto semplicemente più professionale. E l’erba: in Italia il tempo era bello, ma l’erba sempre molto alta. In Inghilterra può grandinare e noi ci alleniamo comunque su un tappeto, che viene curato ogni giorno da diversi collaboratori”.
Shaqiri già in passato, aveva rivelato di come una volta, per guarire rapidamente da un problema msucoalre, fu portato da uno stregone. Una lunga camminata tra le montagne per poi non riuscire a rimettersi in sesto. Quell’episodio deve averlo segnato davvero nel profondo.