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IL CANTO DI NATALE – Il futuro necessario

Il Biscione se ne stava lì un po’ scosso, ma più rilassato e più tranquillo: “Dovesse anche arrivare il prossimo, ci sarà un sacco di tempo a disposizione” ed iniziò a perdersi dietro quisquilie, dietro il bordino ed il colletto del sue maglia, dietro le cuciture e a preparativi per un grande banchetto. Ad un tratto un lampo attraverso la sala ed una DeLorean attempata si piazzò al centro.

Il Biscione non poteva credere ai suoi occhi, la DeLorean a casa sua… Si vestì di tutto punto ed invitò ancor prima di vederlo, il suo nuovo ospite ad una presentazione pomposa, un catering di lusso con servitù, chef e sommelier. Ne scese un figuro imperscrutabile, era evanescente e radioso, dall’aria sbarazzina e i modi eleganti e decisi. Gli si avvicinò senza proferir parola e quando fu a portata di mano con un colpo fulmineo mandò tutto all’aria: servitù, palco per la presentazione, catering e sommelier.
Allo stupore del Biscione, rispose con durezza: “Non c’è molto tempo, io sono il futuro, il tuo futuro imminente e necessario. Per essere precisi io sono te stesso, se tu lo vorrai. Ma non c’è un solo minuto da perdere, almeno io non ne ho”. Fece segno di seguirlo e non fu difficile notare come la sua lucentezza era diminuita e continuava a farlo ad ogni passo faceva.

Si trovarono in un ristorante, in una serata splendida e qualcuno leggeva: “…nascerà qui, al ristorante l’Orologio, ritrovo di artisti e sarà per sempre una squadra di grande talento. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo“. Il Biscione si commosse, ma era già al centro Suning in memory of…ipermoderno, illuminato e silenzioso. C’era una nebbia fitta, non si riuscivano a distinguere volti e lineamenti e si intravedevano solo ombre. Notò una figura in tuta che si sbracciava e gridava, ne vide altre correre affannarsi, dannarsi l’anima, ne vide altre ancora vestite eleganti a bordo campo ed una voce roca e lontana che diceva “Simpatico, davvero simpatico”…. Era a San Siro, uno stadio tutto tirato a lucido, senza barriere, fossati ed ostacoli, con il calore della gente a pochi centimetri dai ragazzi che indossavano la Maglia.

Li vide correre, piangere, ridere, disperarsi e ringraziare Dio. Ne vide molti abbracciarsi, vide falli duri, ma mai cattivi, ammirò colpi di genio e gol pazzeschi e gente stremata uscire dal rettangolo verde. Furono di nuovo in sala, l’evanescenza dello spirito si era talmente rarefatta da rendere difficile distinguerlo dall’arredo, ormai si sentiva solo la sua voce: “…è la follia e la passione degli innamorati, dei romantici, dei bastian contrario, dei sognatori e dei ribelli che fanno di te ciò che sei. Non vedrai mai la perfezione e neppure avrai ragione, quella sarà degli altri sempre e comunque. Vedrai un gioco duro, maschio, fatto di tenacia e ripartenza, resilienza e colpi di genio”. Il Biscione era a bocca aperta: “E come? E quando?”. Lo spirito risalì in macchina e svanì, lasciando solo un’eco nella stanza che risuonava: “Non importa la vittoria, ciò che ti contraddistingue sono la passione, l’amore e la lotta. Lo sei stato e potrai esserlo di nuovo. Rivoluzionando tutto, cacciando mercenari e gufi, realisti e materialisti, ricominciando a sognare e a lottare, solo contro tutti”.

This post was last modified on 25 Dicembre 2016 - 20:33

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redazione
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