Siamo alla fine dell’anno ed è tempo di bilanci. Abbiamo pensato di valutare la dirigenza allenatori Inter (ben quattro) dell’Inter nel 2016. E’ stato sicuramente un anno travagliato per i colori nerazzurri, moltissimi gli errori commessi e non si ha la certezza nemmeno su di chi sia la colpa in certi frangenti, a causa della scarsa comunicazione fornita dalla società. Partiamo dagli allenatori.
ALLENATORI: GIU’ DE BOER, BENE GLI ITALIANI
Mancini 6 – Ce lo immaginiamo in panciolle in qualche spiaggia caraibica che sorseggia un cocktail e urla a chiunque passa: “Ah, io l’avevo detto” (in realtà, proprio in questi giorni, era impegnato in una missione umanitaria in Siria). L’allenatore marchigiano ha sicuramente qualcosa da rimproverarsi nella sua seconda esperienza all’Inter. Le sue richieste di mercato, contrariamente a quanto è stato fatto passare dalla maggior parte dei media, le sue richieste di rado sono state accontentato e nonostante ciò ha portato a casa un quarto posto, che oggi sarebbe grasso che cola.
De Boer 5,5 – Intendiamoci, per i risultati merita 3. L’errore di averlo preso però è stato di chi lo ha scelto e poi non gli ha dato tempo e fiducia di lavorare nell’unico modo che conosce. Recupera punti grazie al suo stile che lo porta a non reagire maleducatamente ai giornalisti che lo prendono immediatamente di mira (probabilmente non ha amici tra di essi). Dimostra di essere un signore al momento dell’esonero con il post di ringraziamento ai tifosi. Un Renzi del calcio insomma.
Vecchi 6 – Ingiudicabile in sole due partite. Rischia, però, di fare il colpaccio a Southampton e vince 3-0 in casa contro il Crotone. La sensazione è che il 4-4-2 sia il modulo perfetto per questa squadra e lui l’ha dimostrato.
Pioli 6,5 – Stizzito quando in conferenza stampa di presentazione gli hanno affibbiato il soprannome “Normal one” ha risposto che sarà un potenziatore. Ce lo auguriamo. Intanto, ha sistemato la squadra e sta cercando di dare equilibrio. Qualche buon risultato è arrivato e speriamo in un po’ di continuità. Il pericolo è che faccia la fine di Ranieri qualche anno fa.
DIRIGENZA: DISASTRI E SHOW IN SALSA CINESE
Bolingbroke 4 – L’ex Ceo dell’Inter ,appena è sbarcato Suning, ha fatto tutto il suo ambaradan ed è stato licenziato. Cosa facesse a Milano resta un mistero, sicuramente non ha imparato la nostra lingua.
Suning 7,5 – Interisti non montatevi la testi, per voi la beffa è sempre dietro l’angolo. Il signor Zhang però, è arrivato in Italia, ha comprato i nerazzurri con una trattativa lampo (per quelli che sono i tempi cinesi), ha regalato ai tifosi due super acquisti (fino adesso solo a livello economico) e ha respinto le offerte per Icardi. Inoltre, nel momento in cui Brozovic faceva i capricci ha bloccato l’operazione rinnovo, salvo poi riavviarla quando poi le cose andavano meglio. Gestione perfetta e il 2017 si prospetta pieno di fuochi d’artificio
Thohir (manager) 7 – Tutti gli davano del pazzo quando diceva che poteva addirittura guadagnarci con l’Inter. Il buon Erick, invece, ha trovato un acquirente come Suning e non ci ha rimesso una lira, anzi si è portato in Indonesia anche qualche milioncino, che si sa, non fa mai male.
Thohir (presidente) 4 – L’impressione è che non sia ancora pronto per il calcio italiano. Su tutto, spicca la sua partenza per gli Usa. Obiettivo? Riappacificare il rapporto con Mancini, ma di fatto lo ha licenziato. Si dice non sopportasse più le sue continue richieste. Legittimo per carità, ma a due settimane scarse dell’inizio del campionato non si poteva e non si DOVEVA fare.
Steven Zhang 6,5 – Figlio del proprietario e quindi antipatico a prescindere. Invece, ha una faccia sorridente e modi di fare eleganti che lo hanno subito reso simpatico. 25 anni sono pochi per diventare presidente di una società come l’Inter, ma questo pare essere il suo futuro. Ormai è in pianta stabile a Milano dove, dicono, lavora tantissimo e assorbe ancora di più. Speriamo non assorba da quelli che in questo pagellone hanno preso brutti voti.
L’INFLUENTE GRUPPO STORICO DELL’INTER
Ausilio 5,5 – Punto fermo per qualsiasi proprietà, non ha sicuramente vissuto un anno da ricordare. Dalla sua parte gli alibi forniti a Galliani. E’ stato più un mediatore che un direttore sportivo. Certo, qualche flop lo ha rimediato e molti giocatore “non da Inter” sono ancora in squadra.
Zanetti 4 – Da galoppatore sulla fascia a “scivolatore” dietro la scrivania. El Tractor ha commesso molte gaffe. Dalla non difesa di De Boer, massacrato dalla stampa, ai continui richiami al ritorno di Moratti senza dimenticare la presa di posizione in favore della Curva Nord rispetto ad Icardi. Insomma, nel 2016 Javier è chiamato al riscatto (dirigenziale).
Gardini 5 – Non si è ancora capito qual è il ruolo del buon Giovanni. I maligni affermano che stia preparando il terreno per cacciare Ausilio e far arrivare il vecchio Sabatini. Che stia tessendo le sue ragnatele per restare a galla al prossimo taglio cinese? Intanto rimane nascosto come il miglior Varys del Trono di Spade.
Tronchetti Provera 5 – Di buono c’è soltanto il rinnovo della Pirelli come main sponsor dell’Inter. Tante dichiarazioni fuori luogo e soprattutto l’esagerata conferenza di presentazione di Gabigol. Marco lo paragona a Ronaldo. Avrà ragione? Chissà, ma forse è meglio che non esterni troppo i suoi pensieri che male fanno all’ambiente nerazzurro.
Moratti 6,5 – Il ruolo di consulente sembra molto ambiguo. In pochi hanno capito quale sia il ruolo del presidente storico della Beneamata. Sembra rimanga molto influente e soprattutto l’unica voce che i giornalisti cercano per un commento ad una partita/periodo storto dell’Inter. Lui, col solito savoir-faire glissa le domande scomode, lasciando sempre quel dubbio che prima o poi ritornerà al timone del Biscione. Intanto, il buon Massimino osserva, particolarmente interessato, l’evolversi strategico della società nerazzurra.