Inter 2016, ecco il podio dei momenti più tristi dell’annata.
Inter 2016, si sta per concludere l’anno solare a tinte nerazzurre. E se si soffre di interismo, ogni anno non è mai di semplice digestione. Soprattutto nell’ultimo lustro, dove i bassi hanno sovrastato gli alti nel saliscendi di emozioni nerazzurre distribuite nei 365 giorni. Abbiamo deciso di stilare le delusioni in 3 momenti flop, un podio di tristi episodi che non avremmo voluto vedere e che hanno fortemente condizionato la stagione sino a questo punto. Tre, come il numero di allenatori susseguitisi dall’inizio del campionato, già di per sè un dato indicativo, essendo a Dicembre. Iniziamo dal fondo:
3. Addio Mancini
Se non si complica la vita non è Inter, si dice. Come far iniziare una stagione nel migliore dei modi? Rescindendo il contratto con l’allenatore a 15 giorni dall’inizio del campionato, ovviamente. Proprio così, a 2 settimane dal via i nerazzurri si trovano a cambiare improvvisamente guida tecnica, dopo aver appena cambiato proprietà. Arriva de Boer, olandese, non conosce la lingua e il calcio italiano. Risultati altalenanti, esonero dopo 2 mesi. Poi Vecchi. Poi Pioli. Poi (forse) Simeone. Situazione allenatore specchio della stagione: un risultato buono, due pessimi, in ordine intercambiabile. Ciò che non si può cambiare è la classifica, come direbbero quelli bravi “deficitaria”. Come ogni anno. Come ogni allenatore. Medaglia di Bronzo meritata e messa in bacheca, che di questi tempi tutti fa brodo e non si butta via nessun trofeo.
Come in ogni annata che si rispetti, c’è spazio per il lavoro, gli hobby e le relazioni sentimentali. Gli amori nascono, finiscono, si incrinano e poi si ripristinano. Stiamo parlando, ca va sans dire, dell’epopea Icardi- Curva Nord. La vicenda è arcinota, l’attaccante e capitano nerazzurro contesta alcuni atteggiamenti avuti dalla Curva nelle pagine del suo libro, la Curva si ribella, lui fa dietrofront e ritratta ciò che ha scritto, eliminando le parti incriminate dalla sua autobiografia. Episodio triste, mediatico, extracampo, di poco conto ma di grande interesse. Ci perde Icardi, dimostrandosi ingenuo e facilone, ci perde la Curva, rivelando la propria parte più vendicativa e arrogante, che subentra a quella del tifo più genuino. Ma, soprattutto, ci perde l’Inter.
1. Un biglietto per Be’er Sheva, andata e ritorno
Se il terzo e il secondo posto sono stati un’amarcordiana escalation di tristezza neroblu, il primo posto sarà la ciliegina sulla torta. Stiamo parlando di un incontro che ha generato i più grandi sfottò in questa stagione e sarà senza dubbio una milestone in quelle a venire. Perché, parliamoci chiaro, perdere contro una squadra israeliana, di cui sino al giorno precedente al match non sapevamo nemmeno l’esistenza, non è da tutti. Perderci andata e ritorno, però, è solo da Inter. È ormai ovvio che la medaglia d’oro se la aggiudica la debacle europea dei nerazzurri, capaci di essere sconfitti per 2 volte su 2 dal temibile Hapoel Be’er Sheva. Le classiche partite in cui si aspetta la sconfitta solo per generare meme da diffondere sui social network. Primo posto. Gioco, partita, incontro.
This post was last modified on 30 Dicembre 2016 - 11:42