HANDANOVIC 6: Primo pallone preso dopo 23 minuti, il secondo invece è già dentro la porta nel gol del Chievo che ammutolisce San Siro e dove il portiere nulla può. La sfida con Pellissier è fastidiosa e Handanovic si salva dopo 22 secondi della ripresa.
D’AMBROSIO 5.5: Manuale del calcio o no non si può marcare dentro l’area stando dietro l’attaccante. D’Ambrosio sbaglia su Pellissier che da vecchio volpone lo anticipa e lo frega. Poi cresce cercando i cross ma non è mai pericoloso.
MURILLO 6,5: Ci potrebbe lasciare la spalla destra contro Meggiorini, usa il cuore più della testa e anche se spesso soffre riesce sempre a salvarsi.
MIRANDA 6,5: E’ un professore e lo si vede dal fatto che per l’intera partita non regala grandi emozioni, ma solo perché lui fa tutto bene, anche quando tenta di attaccare o si sostituisce ai terzini.
ANSALDI 5.5: Quando gioca come oggi fa denotare sempre di più la somiglianza con Sebastian Vettel, solo che il ferrarista non gioca a calcio e Ansaldi non può imitarlo. Ha una prateria nella prima frazione di gara ma i suoi cross non arrivano mai a destinazione, oltretutto si fa saltare come un birillo quando il Chievo parte in contropiede.
EDER 6.5: Entra con la voglia di spaccare il mondo e scalda le mani a Sorrentino con i tiri da fuori. Ha voglia di fare e questo è un pregio. Il gol è il premio per una squadra che sa giocare a calcio e da cinque partite inizia a esaltare.
GAGLIARDINI 7: Inutile dire che era l’osservato speciale di San Siro, ma non solo, forse della Serie A intera. Ebbene mister 28 milioni si regala una gara gagliarda, con personalità e alla ricerca di un gol mai segnato in campionato. Ha gambe oltre al fisico e se non fosse per Sorrentino avrebbe anche esultato in almeno due occasioni.
KONDOGBIA 7: La differenza con Gagliardini è il “piede finale”, ossia quell’ultimo tocco dopo che recupera fra applausi il pallone. Quando il gioco si fa duro Kondogbia non si fa pregare, sradica palloni, fa sportellate, va di testa altissimo, ma poi appoggia il pallone per un compagno sempre in maniera sbagliata, come un fabbro che non sa cucire.
CANDREVA 6: Non è esplosivo come contro la Lazio nell’ultima di San Siro, ma mentre la sua gara va verso il 6 trova il cross che vale il pareggio di Icardi, la classe non si discute, la continuità invece sì.
PALACIO 6,5: Sarebbe bello regalargli l’elisir dell’eterna giovinezza, solo per il cuore che mette in tutto. Se serve farebbe anche il portiere, l’ala o il centrale di difesa, la sua presenza serve per il vantaggio, per portar via avversari ad Ivan il Terribile.
JOAO MARIO 5,5: Non ha il coraggio del trequartista che deve spaccare la partita in due, non è veloce ma compensa tutto con l’intelligenza, anche se spesso in area appare spaesato e molto fuori luogo.
BANEGA 6: Lo scontro con Joao Mario lo vince ancora lui, si vede che ha la trequarti come meta per star bene, non regala chissà quali prodezze ma entra lui e il ritmo, insieme al baricentro, sale.
PERISIC 7: Dopo 5 minuti prova il gran gol su cross di Candreva, lotta, è pericoloso sul doppio passo ma sbatte sempre su Sorrentino che nega il gol nel suo top di gamma, il terzo tempo. Poi si rompe le scatole, punta uno sciagurato difensore e batte Sorrentino. E così sia nella legge di Ivan.
ICARDI 6.5: Durante la partita si hanno i soliti dubbi, Icardi è troppo solo, non si smarca, non è Ronaldo, segna per fortuna poi quando sente profumo di bocciatura fa un gol anticipando Gamberini e ricordando a chiunque abbia un dubbio che lui è il capocannoniere della Serie A.
PIOLI 7: Non chiamatelo Special One, ma ancora una volta l’inter va sotto e rimonta, questa volta mettendo in campo tutto il reparto offensivo che ha, non tutto per bontà di Gabigol ma inserisce la sicurezza, il gol di Eder è la ciliegina sul suo operato.
This post was last modified on 14 Gennaio 2017 - 22:57