E sono 5 di fila. Anche ieri sera l’appuntamento con la vittoria non è sfuggito. Il Chievo è stato un avversario ostico come al solito, trincerato nella propria trequarti e aggrappato con le unghie e con i denti ai guantoni del suo portiere, Stefano Sorrentino, sempre impeccabile contro la formazione nerazzurra. L’Inter è stata però più forte delle occasioni sciupate, dello svantaggio immeritato, dell0 0 a 1 fino a venti minuti dal termine. Non si è scomposta, se non in meglio, per affondare ancor di più i suoi assalti, ha sfoderato gioco, grinta e carattere per arrivare all’obiettivo. Senza perdere ordine o pazienza. Il successo maggiore di Pioli sta nell’equilibrio, nell’averlo trovato in campo, ma soprattutto nella testa dei giocatori, che non si disperano nella malasorte, ma non si esaltano in quella buona. Combattere per rimontare, o resistere per mantenere. L’Inter di Pioli si sta pian piano scoprendo adeguata a tutte le varianti possibili del rettangolo di gioco.
Nemici della noia e della scontatezza, gli interisti sono in grado di esaltarsi anche in un gelido sabato sera con il Chievo come avversario. La forza della sofferenza, di quello sforzo in più da compiere per non mandare in frantumi la speranza. Ora arriveranno altre sfide più semplici sulla carta: il leit motiv sarà identico a quello di ieri? Forse qualche partita più di gestione che di rincorsa arriverà, è un auspicio positivo. Perché a volte si rischierà di incontrare Sorrentino più prestanti, perché anche i più piccoli errori possono costare tanto e troppo e rimediare potrà risultare ancor più difficoltoso. Intanto ci culliamo la certezza sempre più nitida, e meno evanescente, di una squadra che sa cosa vuole, sa come ottenerlo. E per giunta ci riesce pure. La prerogativa è sempre quella di non cullarsi sugli allori. Ogni passo falso potrebbe costare ancora tanto.
This post was last modified on 15 Gennaio 2017 - 16:15 16:15