Joao Miranda si confessa a 360 gradi in un’intervista ai microfoni di Laura Barriales per il canale ufficiale della Serie A. Il brasiliano ha ricordato il suo primo approccio con il mondo calcistico in Brasile, soffermandosi inoltre sulla stagione dell’Inter e l’arrivo di Pioli.
MIRANDA, UN LEADER IN SILENZIO
“Sono un giocatore che cerca di dimostrare la sua leadership in campo giocando bene a calcio, non mi serve gesticolare verso il pubblico. Cerco semplicemente di essere leader nel miglior modo possibile per la mia squadra. Nel corso della mia carriera ho sempre cercato di parlare meno e concentrarmi sul lavoro. Sono una persona seria e corretta, cerco sempre di dare il meglio per la mia squadra, sia che al pubblico o ai media piaccia oppure no. L’unica cosa che mi interessa è rendere felici i miei compagni tramite il raggiungimento dei nostri obiettivi”.
LA PRIMA ESPERIENZA NEL CALCIO
“Sono nato a Paranavaí, una piccola città nello stato di Paraná, come tutti i brasiliani ho sempre avuto il sogno di diventare un calciatore. Il soprannome della mia infanzia deriva dal mio nome, João, che ho ereditato da mio padre, tutti mi chiamavano ‘Joãzinho’, che significa ‘piccolo João’. La prima volta che presi il calcio un po’ più seriamente stavo giocando una partita amatoriale per divertirmi e venni richiamato da un portoghese di Londrina, che mi vide giocare e mi disse: “Ho perso due difensori e mi serve un giocatore come te. Quanti anni hai?”. Mi portò a giocare per una squadra a Londrina chiamata ‘Portuguesa One Weekend’. Fu allora che iniziai a credere di poter diventare un calciatore”.
PREMI
“Sono felice di essere stato eletto per quattro volte il miglior difensore in Brasile. Oltre ad essere un giocatore tecnico, sono veloce e ho un buon senso della posizione in campo. Penso che per essere un difensore completo oltre a essere veloce devi avere tecnica e un buon senso della posizione”.
INTER E PIOLI
“Il nostro obiettivo è arrivare il più in alto possibile in classifica. Sappiamo che sarà difficile finire in vetta, ma non è impossibile, perciò fino a quando è possibile dobbiamo mirare al vertice, senza perdere di vista il fatto che il nostro obiettivo è qualificarci in Champions League. L’arrivo di Pioli? Credo che abbiamo buoni giocatori, però tatticamente ci mancava qualcosa. Pioli ha portato quello che ci mancava come squadra, facendoci essere forti tatticamente e mentalmente. Sta facendo sì che tutti i nostri grandi giocatori giochino uniti per la squadra”.
LA FORZA DELLA JUVENTUS
“Anni fa la Juventus ha attraversato un processo di trasformazione. Oggi sono una squadra forte, perché i loro tifosi erano disposti ad accettare quel processo. Sapevano anche quando si sarebbero presi la loro opportunità. Penso che la Juve rimarrà a lungo una buona squadra, perché sono gestiti bene da una società che si aspetta il massimo dai loro giocatori e dal management. Quindi sì, vedo la Juve come una squadra molto forte. Ma credo che l’Inter possa raggiungere i livelli della Juve, perché abbiamo la qualità per farlo. Se in futuro giocherei alla Juve? Per me è difficile, l’Inter si è sempre comportata bene con me, sia i tifosi che il management. L’Inter mi ha accolto nella sua casa come un figlio e sono stato trattato benissimi sia dai tifosi che dai dirigenti. L’Inter ha di sicuro un posto nel mio cuore”.
ICARDI
“Mauro sta facendo bene, penso che l’aver segnato così tanti gol alla sua età fa di lui un giocatore speciale. Penso che Mauro sia uno dei migliori giocatori della Serie A, sia per l’età che per il numero di gol che sta segnando”.