Joao Mario Inter: il centrocampista ha parlato dei suoi primi mesi in nerazzurro a Caffè Doppio.
Prima domanda proprio sul caffè e quanti ne beve: “Almeno 3-4, massimo. Alla mattina quando mi alzo, dopo pranzo e due di pomeriggio. La sera non mi piace berlo perché poi non riesco a dormire. Con zucchero? Ogni tanto un po’. In Portogallo ce n’è molto, ed è anche buono”.
Poi si passa a parlare dei tifosi nerazzurri, già molto legati al portoghese. “Credo che i tifosi dell’Inter gradiscano il mio modo di giocare. Non mi conoscono bene come persona ma mi hanno accolto bene. Non dobbiamo essere solo bravi giocatori ma anche brave persone, e sono contento che i tifosi apprezzino anche il mio modo di essere”.
“In Portogallo si segue molto il campionato italiano, spagnolo, inglese e ovviamente si guardano le partite delle grandi squadre, e Zidane è stato il primo giocatore che mi ha colpito. Lui e Rui Costa sono grandi esempi di forza ed eleganza. Se sono elegante? Ci provo! Danilo dice di essere il più elegante di noi per come si veste? Forse è vero, ci tiene molto”.
Joao Mario si sofferma a parlare anche un po’ di sé stesso: “Sono nato a Porto e ho iniziato da piccolo a giocare al Porto, ho fatto due anni nelle giovanili e sono andato poi allo Sporting Lisbona. Ho fatto 12 anni lì e in quel periodo ho capito che quello sarebbe stato il mio futuro. Ho iniziato da difensore centrale e poi sono diventato centrocampista. Ho provato anche a continuare gli studi, ma avevo troppi allenamenti. Ho terminato a 18 anni, anche se l’ultimo anno l’ho fatto così così. Mi mancano due esami per concludere. Ho due fratelli, entrambi calciatori, che sono più bravi di me (ride, ndr). Uno è più grande, si chiama Wilson e gioca al Braga, l’altro è Ugo, e gioca a calcio a 5 in una squadra a Lisbona. Anche mio padre ha giocato ma non ad un livello professionale, così come mio zio”.
This post was last modified on 26 Gennaio 2017 - 23:28