Inter Pioli, l’allenatore nerazzurro si è concesso per una lunga intervista al Corriere dello Sport. Ha parlato naturalmente della sua squadra, di questi primi mesi, ma anche di se stesso e della sua carriera finora.
E’ stato sempre interista?
“Si la mia famiglia era interista e sono cresciuto da interista perché mi hanno sempre parlato bene dell’Inter. La prima partita che ho visto di Serie A è stata un Bologna-Inter 0-1 con gol di Muraro. La prima Inter che vedevo era quella di Beccalossi, Altobelli. La carriera poi mi ha portato altrove, ma sono sempre rimasto fedele ai colori nerazzurri”.
Com’è da interista allenare l’Inter?
“Una grande soddisfazione. Ho appreso molto dalle esperienze passate e l’Inter è arrivata nel momento giusto. E’ una grande squadra e non si guarda solo l’aspetto tattico e tecnico, ma anche alla gestione, all’aspetto psicologico. Sono stato vicino all’Inter da giocatore, ma lo stesso giorno dal Parma poi passai alla Juventus”
Come vede l’Inter dopo l’estate travagliata?
“Sono rimasto piacevolmente sorpreso. Ho trovato un ambiente che aveva voglia di lavorare, di tirarsi su le maniche per recuperare una stagione che si era messa male. I giocatori sapevano di non rendere quanto potevano e si sono messi subito a disposizione. Anche la società, al di là di cosa si dice al’esterno, è compatta e competitiva. L’obiettivo è trasformare una stagione da negativa in positiva e solo con il lavoro possiamo farlo. I buoni risultati aiutano ed è quello che sta accadendo a noi”.
Fa strano vedere un’Inter piena di stranieri, dopo aver visto tanti anni fa una squadra con Sarti, Burgnich, Facchetti, Guarnieri, Picchi. Allegri dice che il nucleo italiano è importante.
“Allegri ha ragione. La sua Juventus ne è la dimostrazione ma anche il Milan di Sacchi, oltre gli olandesi, aveva un blocco italiano importante. L’Inter vuole impostare questa direzione e Gagliardini lo dimostra. Non sarà l’unico perché in futuro cercheremo altri giocatori italiani”.
Gagliardini è un regista duttile e moderno?
“Per me Gagliardini è un centrocampista moderno. Fatico ad etichettare un giocatore, a me piacciono i giocatori duttili. Lui può giocare nella mediana a 2 o a 3, ha senso della posizione e gioca un calcio semplice ma efficace. Per me il centrocampo deve coprire bene il campo, deve avere i giusti tempi di inserimento. Insomma, cerco entrambe le fasi e lui le fa bene. E’ stato un ottimo investimento. E’ un ragazzo ancora giovane con margine di crescita ma già molto forte ed efficace”.
This post was last modified on 28 Gennaio 2017 - 09:09