EDITORIALE – La Juventus e l’incoerenza del non saper perdere

In questi giorni il mondo juventino, con Marotta prima e John Elkann poi, ci sta insegnando che il calcio italiano deve imparare la “cultura della sconfitta”.

MAROTTA JUVENTUS E LE LEZIONI, NON RICHIESTE, DI SPORTIVITÀ

Discorso che tutto sommato ci può anche stare. Perché l’Italia è la patria delle scuse, degli alibi. C’è chi imputa una sconfitta all’arbitro, chi alle condizioni climatiche avverse, chi alla sfortuna, altri all’orario del calcio di inizio e via discorrendo. Quindi sì, il discorso che in Italia si deve imparare a perdere non fa una piega.

Ma non può essere fatta dalle stesse persone che ogni qual volta perdono si attaccano, come d’altronde fanno tutti (o almeno la maggior parte), a qualsiasi scusa pur di giustificare una sconfitta. E ci sono tanto di prove che confermano quanto appena scritto.

Come dimenticare la sfuriata di Allegri di qualche settimana fa contro il quarto uomo di Fiorentina-Juventus mostrato in mondovisione e, stranamente, nemmeno sanzionato con una squalifica? In quel caso il tecnico ha mostrato di avere la cultura della sconfitta?

MAROTTA JUVENTUS, LA RABBIA POST BAYERN PER L’ELIMINAZIONE EUROPEA

Facciamo un passo indietro. Torniamo alla scorsa stagione, match di ritorno degli ottavi di finale di Champions League. La Juve viene eliminata per mano del Bayern Monaco. Marotta, proprio colui che ieri si è riempito la bocca parlando di “cultura della sconfitta”, esplode contro l’arbitro, reo di aver annullato un gol regolare a Morata. “C’è molto da recriminare. Credo non si possano subire situazioni del genere. È un errore che incide pesantemente. Nessun commento da parte mia se non questo: speriamo che il calcio italiano venga protetto. Speriamo a livello internazionale di farci tutelare”, ha dichiarato al termine della sfida. Il tutto dopo che Tuttosport, giornale notoriamente filo juventino, qualche giorno prima era uscito con una prima pagina contro Guardiola, allora tecnico dei tedeschi, accusato di aver arbitrato lui la partita di andata. Ah, come sa perdere la Juventus… Un modello, uno stile, che tutti dovrebbero seguire.

MAROTTA JUVENTUS, LE PROTESTE DEL PASSATO

Ma quella dello scorso anno non è stata la prima volta in cui Marotta se l’è presa con le decisioni arbitrali. Siamo a gennaio 2013. La Juve ha appena pareggiato contro il Genoa, con i bianconeri che si lamentano per la mancata concessione di un calcio di rigore nel finale di gara.

Anche in questo caso il buon Marotta non si fa sfuggire l’occasione per prendersela con l’arbitro Guida, accusandolo di malafede perchè di Torre Annunziata (dunque vicino a Napoli). Dunque restio a prendere decisioni corrette in favore della Juventus. ”Non parlo di malafede ma di difficoltà. Al 94′ un arbitro della provincia di Napoli si è trovato in difficoltà. La designazione di Guida, che è un arbitro napoletano, è stata infelice. Non metto in dubbio la buona fede, ripeto. Ma non si designa un arbitro di Torre Annunziata ad arbitrare la Juventus. Così come è consigliabile che un arbitro di Novara non arbitri la Juventus, così una arbitro napoletano non deve venire ad arbitrare la Juventus”. Anche in questo caso si può notare tutta la coerenza e la sportività di Marotta. Perchè si sa “l’arbitro è l’alibi per i perdenti. Almeno fino a quando non sfavoriscono la tua squadra.

Ma non è finita qui. Novembre 2010. La Juve esce da un pareggio contro la Roma, con i giallorossi che trovano il gol a tempo praticamente scaduto. E ancora una volta è Marotta a scatenarsi contro il direttore di gara, che, ironia della sorte, era Rizzoli: “Siamo stati penalizzati da Rizzoli, non c’è uniformità di giudizio. Sembra che gli arbitri siano smaniosi di fischiarci contro dopo Calciopoli“. Questo il commento a caldo del dirigente bianconero.

L’INCOERENZA JUVENTINA

Insomma, in questi giorni il calcio italiano sta ricevendo la morale da coloro che alla fine in passato si sono comportati nello stesso identico modo. Senza ovviamente toccare il discorso sulle varie sentenze che hanno perso in tribunale. Ma che comunque continuano a non voler accettare mostrando invece un numero di Scudetti che non è quello ufficiale. Questo però è un altro discorso e non è nemmeno la sede adatta per parlarne. In ogni caso prima di dare lezioni di cultura sportiva agli altri forse Marotta&Co dovrebbero iniziare da loro stessi. Giusto per dare il buon esempio a tutti.

 

 

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