E’ il nuovo uomo mercato in casa Sampdoria, Patrik Schick potrebbe imitare Mauro Icardi sulla via Genova-Milano, passando dai blucerchiati ai nerazzurri, anche se il nuovo gioiellino di Ferrero sta con i piedi per terra e si racconta a Tuttosport.
L’ATTACCANTE SI RACCONTA
Chi è Patrik Schick lo racconta lui stesso a Tuttosport: “Un ragazzo normale a cui piace tanto il calcio. Ho iniziato a cinque anni nella squadra di un paesino vicino a Praga. Ero partito come centrocampista centrale, ma non ero granché in quel ruolo soprattutto nel difendere. Per mia fortuna però ho cominciato a segnare tanto e allora, quando avevo 8-9 anni, mi hanno spostato davanti. Ci sono due persone a cui devo molto e che trattano i miei interessi. Si tratta di Ivo Taborski e Pavel Paska che mi seguono da quando avevo 12 anni. Credo enormemente in queste due uomini e seguo i loro consigli. Poi sono sempre stato aiutato dalla mia famiglia che mi ha sostenuto in tutto. Mia mamma, Ivetta, non credeva che potessi diventare un calciatore professionista mentre mia sorella Cristina, che fa la modella ed è più famosa di me, mi segue costantemente“.
LA SAMP PROVA AD ALZARE LA CLAUSOLA
L’impatto con la Serie A per Schick è stato complicato: “Mia mamma si è messa a piangere, non voleva che lasciassi Praga. Poi, piano, piano, tutto s’è acchetato e io ho firmato per la Samp. Ma sono sempre in contatto con i miei parenti, soprattutto con mia mamma. A parte i soliti problemi che uno straniero incontra quando espatria, tipo aprire un conto concorrente, cercare un casa… non ho incontrato particolari difficoltà di ambientamento. Beh, la lingua è un serio ostacolo ma sto studiando“. Su Schick la Sampdoria sta lavorando per blindarlo, spegnendo la corte dell’Inter e inserendo una clausola rescissoria di 40 milioni, la più alta nella storia blucerchiata, con l’attaccante costato 4 milioni e soffiato alla Roma.
“FA PIACERE L’INTERESSE DELLE BIG”
Sull’interesse delle grandi squadre ecco il pensiero dell’attaccante di Praga: “Fa piacere essere apprezzati anche al di fuori della propria squadra. Sono lusingato, ci mancherebbe, come tutti gli altri giocatori nelle mie condizioni. Ma questo non è il mio lavoro, se ne occupano i miei agenti. Io penso solo alla Samp. D’altronde qui mi trovo benissimo. Il fatto poi che tanti ragazzi di altri Paesi si siano ritrovati nello stesso gruppo ha favorito l’integrazione dato che la partenza è stata comune. Basta vedere come in partita ci aiutiamo l’uno con l’altro: questa comunione d’intenti è sintomo della grande intesa che c’è nello spogliatoio. Il prossimo anno, con alle spalle l’esperienza di un campionato, sono sicuro che faremo ancora meglio e che otterremo importanti risultati“.