“C’è il contrattacco di Milito per l’Inter, Milito che punta l’uomo, è Van Buyten, Milito che si accentra, Milito che lascia sul posto con una finta, tira, reteeeeeee, rete straordinaria, rete di Milito“.
Parole, musica, poesia, era il 22 maggio 2010 e alla radio Riccardo Cucchi annunciava il raddoppio dell’Inter di Mourinho, una gioia che oggi è pari a sentirlo in esclusiva per SpazioInter, raccontarsi e raccontare un mondo che ha sempre incantato tutti i tifosi, quello della domenica con i campi collegati nella scaletta di “Tutto il Calcio Minuto per Minuto“.
Ammessa l’incredibile emozione di chi sente Riccardo Cucchi ritrovandosi piccino piccino a sognare un calcio che oggi non c’è più ma vale la pena raccontare, un calcio che ha visto Cucchi al microfono della sua ultima partita descritta radiofonicamente il 12 febbraio, casualmente proprio l’Inter, contro l’Empoli.
Riccardo Cucchi, su SpazioInter una delle rubriche più apprezzate è “L’alba del giorno dopo” che narra il risveglio degli interisti dopo la partita, per lei si può parlare di come è stata l’alba della settimana dopo?
“E’ stata un’alba dolcissima per il grande affetto, tanti ascoltatori mi hanno mandato messaggi, hanno voluto carpire la mia emozione e io tutt’ora sono al computer che rispondo a tutti, mi son promesso di non lasciare il pc finché non ho ringraziato tutti”
“San Siro è stato fantastico, la voce del gol di Milito mi ha emozionato, il ricordo è fortissimo e anzi ho avuto paura di cadere nella retorica e nella commozione, ma quando ho alzato gli occhi e letto lo striscione ho provato qualcosa di incredibile, sopratutto pensando alle parole sul richiamo al calcio finto, perché non dimentichiamoci, il calcio è dei tifosi, di chi è innamorato del pallone, di chi piange per una vittoria ma anche per una sconfitta”.
Calcio per innamorati ma anche per capitali stranieri che acquistano le squadre?
“Non sono prevenuto per i capitali stranieri che acquisiscono le nostre squadre, purtroppo il momento economico attuale non permette altro e il calcio italiano deve essere competitivo ovunque, ma i veri appassionati, anzi, i veri azionisti del pallone, sono i tifosi e infatti ho chiuso la radiocronaca con le parole finché esisterà la passione esisterà il calcio“.
Per chi ama la storia del calcio, dai papà ai figli, passando per i nonni, si può parlare di epoca di Tutto il Calcio Minuto per Minuto che è passato dalla generazione di Nicolò Carosio a quella di Enrico Ameri, passando poi per Sandro Ciotti fino alla nostra, dove Riccardo Cucchi è stato fautore di tante emozioni.
“Il segreto è emozionarsi sempre per tutte le partite, l’evento deve emozionare, non essere urlato, ma essere raccontato in maniera onesta come mi insegnava Sandro Ciotti“.
Un giocatore su tutti che l’ha emozionata?
“Troppo facile, è Diego Armando Maradona, un giocatore che aveva la naturalezza come dono, ossia pur allenandosi poco o talvolta niente era l’unico che poteva permettersi anche di non aver bisogno di allenarsi, poi Baggio, per Roberto ho avuto un altro grande innamoramento, poi Del Piero, Totti, Matthaus, (suggerito dal sottoscritto n.d.r.). A Lothar ho visto fare cose incredibili in quel Mondiale del 1990 e mi creda tanti interisti tifavano Germania per lo spettacolo regalato dai tedeschi“.
Mondiale, le sue parole “Campioni del Mondo” per quattro volte rieccheggiano nella storia della radio.
“La finale della Coppa del Mondo 2006 è stata la partita che ho preparato meno. Era il massimo per un giornalista, avrei voluto scrivere qualcosa prima, ma no, alla radio bisogna viverla. Ovvio conoscere i giocatori, sopratutto i francesi, ma è stato meglio lasciarmi trasportare senza una preparazione precedente”.
“Urlato Campioni del Mondo mi son venute in mente due persone: Nando Martellini che mi aveva preceduto nell’emozione del trionfo mondiale e Sandro Ciotti, perché a lui la finale di Usa 1994 andò male ma riuscì ugualmente a raccontare la vittoria del Brasile con la classe che l’ha contraddistinto”.
Se le dico Milito?
“Che meraviglia Milito. Che bello poter raccontare una Champions League per l’Inter. Già avevo descritto le vittorie della Juve nel ’96, del Milan ed anche della brutta rimonta subita col Liverpool. Mi mancavano, dunque, i nerazzurri nell’elenco. E pensare alla Grande Inter di Facchetti e Moratti padre fino a quella di Mourinho“.
Champions League nel futuro che passa per Inter-Roma
“Bella partita. Quasi quasi mi verrebbe da dire che mi sarebbe piaciuto raccontarla. La Roma sta crescendo di qualità, Dzeko sta dimostrando quello che sa fare dopo una critica severa e sta facendo molto bene. L’Inter ha tanta, tantissima qualità. Pioli faticosamente ha restituito un’identità. Infatti, ora la squadra è sicura di sé, anche se nel confronto diretto vedo un po’ più avanti la Roma“.
La conclusione di una chiacchierata che uno vorrebbe all’infinito è: “Che farà Riccardo Cucchi da grande?”.
“Ho tante cose da fare, il risveglio, come dicevamo sull’alba del giorno dopo, è solo l’inizio. Intanto voglio scrivere- Ho tanti sogni nel cassetto, poi tanta musica. Da piccolo suonavo il violino e vorrei riprenderlo, così come tutte quelle passioni che purtroppo ma anche per amore di uno splendido lavoro non ho potuto sviluppare. Penso che nel futuro ci sarà tanta musica lirica e classica e poi tante altre cose che ora non mi vengono in mente. Di sogni nel cassetto ne ho tanti perché nella vita i sogni non devono mai finire”.
I sogni non devono mai finire, poter parlare con Riccardo Cucchi, compagno di tante domeniche alla radio è stato quel qualcosa che le persone descrivono come sogno, e noi di SpazioInter possiamo solo dire un immenso grazie.
Ringraziamo per la gentilezza e disponibilità Riccardo Cucchi. La riproduzione dell’intervista è consentita solo tramite citazione di SpazioInter. Chi trasgredisce le regole sarà segnalato a norma di legge
This post was last modified on 22 Febbraio 2017 - 21:00