Accadde Oggi – Sono tanti i momenti indelebili nella mente dei tifosi nerazzurri. Senza dubbio però, oggi è una data importante. Oggi cade l’anniversario di una delle vittorie che resero possibile la magica annata del Triplete. La prima per esattezza, il primo fondamentale mattoncino: Inter – Chelsea 2 a 1.
ACCADDE OGGI: SFIDARE I GIGANTI E BATTERE LA PROPRIA NEMESI
Per quanto a cavallo del 2009/2010 per l’Europa impazzasse una squadra di marziani come il Barcellona, la candidata più accreditata per la vittoria finale in Champions League era il Chelsea. I Blues erano una squadra tosta, fortissima fisicamente e con campioni in grado di risolvere qualsiasi partita. Sul piano tecnico mettevano potevano tenere testa a chiunque, mentre su quello atletico erano senza dubbio la rosa più attrezzata al mondo. In panchina era poi appena arrivato un maestro italiano, il mago delle coppe. Un certo Carletto Ancelotti che alle orecchie interiste provoca sempre un certo prurito per le sue vittorie con i colori rossoneri. L’Inter di quell’anno si qualifica da seconda nel proprio girone, girone chiuso col fiatone e con il pass agli ottavi acciuffato al fotofinish. Giustamente la dea bendata è impegnata a fare altro quando l’urna gira per i colori nerazzurri, perciò chi ti pesca l’Inter di Mou? Ma è ovvio: il Chelsea di Ancelotti. Davide contro Golia? L’avventura termina qui? Un altro anno a guardare la coppa in tv? Non proprio.
UNA BATTAGLIA DEL CUORE E DI CARATTERE
Il Chelsea è stato la casa di Mourinho, la sua creatura. Invece si ritrova costretto ad affrontarli, in un dentro o fuori letale. Sconfiggere gli amici richiede coraggio e sangue freddo, figuriamoci battere chi ti ama. Vuol dire battere prima di tutto il proprio cuore.
Il clima prima della partita è acceso, in molti danno l’Inter per spacciata. “I Blues hanno già la finale in tasca insieme al Barcellona“, dicono. Ma si sa, il calcio non si fa con le chiacchiere, specie in ambito europeo. Si vince con i dettagli, con la concentrazione, con il carattere e soprattutto gli attributi. Quell’Inter, in quelle notti europee, avrebbe potuto venderli, talmente tanti ne metteva in campo. I ragazzi di Mou dagli ottavi in avanti diventarono belve assetate di sangue. Belve che entravano in frenesia alimentare al suono della canzone della Champions. I primi a farne le spese furono proprio quei giganti londinesi, così forti, così sicuri di loro stessi, ma anch’essi, preda della stretta fatale del biscione nerazzurro.
MILITO METTE IN CHIARO LE COSE, CAMBIASSO CHIUDE I CONTI
L’Inter inizia la partita con un piglio da grande ed al primo affondo, dopo soli 4 minuti, colpisce. Bellissima azione al limite fra Eto’o e Sneijder, palla che arriva al principe Milito che con la sua “solita” finta, irride i centrali inglesi e insacca in rete. 1 a 0 e Blues congelati dal piglio degli avversari. Certo la squadra di Ancelotti fa comunque paura, spinge, pressa e corre. Drogba coglie nel finale di primo tempo una terrificante traversa che forse trema ancora ora, con Julio Cesar che ringrazia, soprattutto per la propria incolumità. Ovvio poi che ci si debba complicare almeno un filino la vita, altrimenti che gusto c’è? Un po’ di coronarie vanno messe sotto sforzo, altrimenti non sarebbe l’Inter.
Quindi il goal di Kalou su mezzo coccolone del portierone brasiliano è d’obbligo, ma niente paura. I ragazzi dello Special One reagiscono con folate di gioco impressionanti, dimostrando intensità e carattere fondamentali. Decisivo li in mezzo al campo è un supereroe timido. Un eroe silenzioso e introverso, dal cuore immenso e dalla voglia di fare sena fine: Esteban “Cuchu” Cambiasso. Il centrocampista argentino, quasi come un giocatore di basket, conclude verso la rete e, a tiro ribattuto, va a prendersi il “rimbalzo” e a siglare la rete del definitivo 2 a 1. Inter vittoriosa al Meazza e invasori londinesi mandati a casa con la coda fra le gambe. Cuchu immenso trascinatore e migliore in campo.
LA PRIMA NOTTE MAGICA DI MOU E I SUOI DI QUEL 2010 LEGGENDARIO
Quella fu la prima notte in cui tutti, dall’ambiente nerazzurro agli addetti ai lavori, capirono che quello poteva essere l’anno buono. Fu la notte in cui l’Inter capì che poteva finalmente sconfiggere i propri demoni e violare il tabù europeo. Fu la prima notte in cui le grandi europee iniziarono a temere i colori nerazzurri, a temere di dover incrociare il proprio cammino con Mou e i suoi ragazzi terribili. Fu la prima di tante notti magiche, serate che portarono alla realizzazione di un sogno lungo 45 anni. Il primo mattoncino nel muro, quel muro a forma di coppa dalle grandi orecchie. Il primo mattoncino per la gloria eterna. Il primo mattoncino per la felicità.