Pioli: “Per la Champions servono almeno 80 punti, Icardi che fenomeno!”

Stefano Pioli, intervistato dal Corriere della Sera, ha parlato del futuro della sua Inter e tracciato un bilancio della sua esperienza in nerazzurro.

CHAMPIONS IMPRESA ARDUA, RIMONTA MERITO ANCHE DELLO STAFF

Queste le parole del mister nerazzurro al Corsera: “Le prossime partite peseranno molto. La quota Champions dell’anno scorso era 80 punti, questa volta rischia di essere più alta. Dovremo dare il massimo e vincere praticamente tutte le partite per avere una chance. I miei cartelli ad Appiano? Sono un modo per motivarci. Avendo girato a 33 punti, è lo spunto che abbiamo trovato dopo la sconfitta di Torino per riprenderci. Quella partita ha dimostrato che la squadra c’è, aldilà del risultato.  Alla fine l’ha condizionata l’ultimo corner a fine primo tempo, da cui è nato il vantaggio della Juve. Senza quella disattenzione avremmo potuto anche vincere, ma i dettagli fanno la differenza.”

Sui meriti propri e della squadra Pioli risponde così: “Se sono cambiato? Sicuramente ogni squadra è diversa. La bravura di un allenatore è sapersi calare bene nell’ambiente mantenendo come base la propria identità. Adattarsi porta ai risultati. Il mio staff poi è super. Ci confrontiamo molto, poi ovvio le decisioni finali sono mie, ma mi sono di grandissimo aiuto. Mio figlio all’interno dello staff? Lo vedo sereno, bene inserito, sono felice per lui”.

INTER AL LIVELLO DELLA JUVE, GAGLIARDINI E ICARDI DUE GRANDI

Subentrare ed entrare in una grande dimensione come quella nerazzurra non deve essere affatto facile. Stefano risponde così a riguardo: “Quando si subentra il problema è che non conosci bene le persone che sono già lì. I calciatori dell’Inter li conoscevo, ma è fondamentale capire i caratteri, con chi hai a che fare. Devi essere sveglio e veloce, il tempo è poco e preziosissimo. Quanto manca per un’Inter da scudetto? Per costruire una squadra vincente serve tempo, bisogna lavorare sul gruppo e sulla mentalità. L’Inter ha una base di alto livello, con un giusto progetto e investimenti efficaci può tranquillamente raggiungere Juve, Roma e Napoli, già a breve.”

Sulle stelle della squadra invece dice: Gagliardini lo seguivo dai tempi del Vicenza: è sempre dentro la partita, ha senso di posizione, gioca un calcio semplice, efficace. Al primo giorno di allenamento ho capito che non avrebbe sentito il passaggio dalla provincia a un top club. Mi auguro diventi uno da 7, 8 gol a stagione. Può fare cose straordinarie, ha ancora grandi margini di miglioramento. Icardi invece è senza dubbio il migliore che mi sia mai capitato di allenare, insieme a Klose. Miro amava di più svariare, abbassarsi fra le linee, Mauro è un fenomeno ad attaccare porta e profondità: gli serve una squadra che verticalizza, poi al resto ci pensa lui. Credo sia davvero fenomenale. Gabigol? Quando sono arrivato io all’Inter faticava a reggere intensità e continuità in allenamento, ora invece lo fa. Un ragazzo giovane e reclamizzato aveva e ha ancora bisogno di tempo per calarsi in un ambiente diverso e tatticamente complicato. Ma ha qualità e tutti abbiamo fiducia in lui, ha solo bisogno di tempo per crescere.”

CARRIERA MATURATA TARDI, ARRIVO ALL’INTER PROCESSO NATURALE

Pioli si è trovato ad allenare una grande ormai non più giovane. Sulla sua carriera l’opinione è piuttosto chiara: “Una carriera in questo mondo dipende da tante cose. A 40 anni ero già a Parma in serie A: era la mia occasione, nella mia città, con la mia squadra, ma ero al posto giusto nel momento sbagliato. Non è andata bene e i tempi si sono allungati. Ora sono al posto giusto nel momento giusto. Bisogna cogliere quello che arriva con tempismo. Per questo non ho esitato minimamente ad accettare l’offerta dell’Inter. Mi sentivo pronto. Sentivo che il mio percorso era compiuto e che lo sbocco naturale era una grande squadra. Perciò ho accettato al volo”.

ATTACCO A SECCO, MA I GOAL CHE PESANO ARRIVANO ALLO SCADERE

Riguardo al reparto offensivo inceppato, il mister nerazzurro dice: “La fase difensiva è fondamentale per una fase offensiva efficace. La manovra si costruisce dalla base. Dovremmo segnare di più, è vero. Un dato spiega tutto: la percentuale di realizzazione. Rispetto alla Roma creiamo quasi le stesse occasioni ma concretizziamo meno. Dobbiamo imparare a essere più cattivi e concreti. Un po’ alla Suarez: lui va su ogni palla come fosse l’ultima della vita. Non si possono creare 12 occasioni per fare un gol. Le grandi squadre devono sapere segnare anche quando hanno poche chance. Qui dobbiamo migliorare molto se vogliamo tornare grandi. Certo il carattere non ci manca, e si vede anche dal gran numero di partite che abbiamo vinto negli ultimi 15 minuti. La testa comanda le gambe e sa che abbiamo le qualità per sfruttare quello che gli altri concedono”

ZHANG LEADER CARISMATICO, IN ITALIA BISOGNA MIGLIORARE IL CLIMA

Ecco l’opinione che il tecnico si è fatto del patron nerazzurro: “Quei due giorni prima di Natale sono stati importanti per inquadrarlo. Ho visto attenzione, idee, voglia di lavorare, costruire e investire. Zhang ha carisma, ti coinvolge, capisci cosa vuole anche prima di sentire la traduzione: ha chiaro il concetto di senso di appartenenza a un gruppo, di famiglia che vuole crescere insieme. Sa quello che vuole e come ottenerlo. I tifosi devono avere fiducia in lui, sa perfettamente cosa sta facendo. Cosa si può migliorare nel nostro paese? Sicuramente la cultura sportiva va migliorata, il clima è invivibile, rissoso. Mi piacerebbe passare con il nostro pullman tra i tifosi avversari e non venire insultato da genitori con i bambini in braccio. Siamo lontani anni luce rispetto ad altri paesi europei. Dobbiamo adeguarci per non arenarci su questi problemi”.

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