Nella serata storta del Meazza, il primo a non brillare è stato Stefano Pioli. Il tecnico nerazzurro, nel preparare la formazione di Inter Roma, ha commesso alcuni errori. Dalla scelta degli uomini al tipo di modulo, l’ex Lazio non riesce ad opporsi al dominio giallorosso.
Se c’è una cosa che ha contraddistinto finora Stefano Pioli, certamente è stata la capacità di leggere la partita. Tanto prima del suo inizio quanto nelle sue varie fasi. Il tecnico è stato sempre puntuale nella lettura e nell’interpretazione della partita. Le recenti prestazioni contro Juventus, Empoli e Bologna hanno fatto trapelare l’idea (sbagliata) di poter sempre contare sulla difesa a 3, con o senza Miranda. D’Ambrosio, va detto, è stato impeccabile. Così come lo è stato Nainggolan, autore di due capolavori, due prodezze individuali in cui il modulo ha ben poco merito (o demerito). Ma la difficoltà cronica dell’Inter nel costruire gioco è stata sotto gli occhi di tutti.
In fase di impostazione, è pesata la scelta di puntare su Candreva e Perisic esterni nel centrocampo a 4. I due, abituati più a proporsi sul fondo che ad andare a prendersi il pallone dietro la metà campo, non hanno fornito il giusto scarico ai difensori. Quando si tratta di costruire, insomma, c’è il vuoto. L’unico che ha cercato di iniziare la manovra palla a terra è stato Roberto Gagliardini. Ma anche quando il centrocampista dell’Atalanta alzava la testa, i suoi compagni non riuscivano a proporsi. Ed ecco la scelta più sbagliata della partita: il lancio lungo. Cercare i palloni alti con difensori come Fazio e Rudiger sa di autogol tattico.
Nel 3-4-2-1 di stasera, fondamentali erano anche Joao Mario e Brozovic. I due, sistemati a supporto di Icardi, sono stati serviti poco e male. Che non vuol dire soltanto imprecisione dei compagni. Il portoghese e il croato non si sono proposti nel modo giusto. Coloro che dovevano essere le due spine nel fianco delle linee di centrocampo e difesa giallorosse sono stati i primi a mancare l’appuntamento. Tutti i nerazzurri, in particolare i centrocampisti, non hanno fatto movimento senza palla, senza riuscire quindi a creare spazi né per Icardi né per i loro stessi inserimenti. E neanche i cambi, stavolta, hanno potuto salvare Pioli. Eder e Gabigol non hanno riaperto o cambiato la partita. Stavolta, insomma, neanche il tocco magico del tecnico ha potuto riaccendere le speranze di Champions League per l’Inter.