Eder Citadin Martins non è nuovo per balzare agli onori della cronaca come esempio di sportivo che si sacrifica mettendo tutto quello che ha in campo, che fa gruppo unendo lo spogliatoio ed evitando polemiche e divisione, gli anni di Nazionale ne sono un esempio, ma ora con l’Inter anche i numeri sono dalla sua parte e la Gazzetta dello Sport ne evidenzia il merito.
L’italobrasiliano classe 1986 a piccoli passi è entrato nel cuore di tutti, irosi, compagni ed allenatore.
In questa stagione tra campionato e coppe Eder ha messo insieme 6 gol e 5 assist, ma in questi pesi l’impatto con le gara si è alzato esponenzialmente: a Udine gioca solamente 7’, ma conquista il fallo dal quale nasce il 2-1 definitivo di Perisic. Passano 7 giorni e contro il Chievo in soli 30′ segna e chiude la partita. Non contento e inarrestabile si ripete anche contro il Pescara, gara in cui gioca 20 miseri minuti. Contro l’Empoli è il suo momento e parte titolare, causa assenza di Maurito e in 80’ mette insieme un gol e un assist per Candreva. Se non fosse per l’arbitro anche con la Roma avrebbe cambiato la partita quando si fa abbattere in area da Strootman. Nello show di Cagliari non può rimanere spettatore, infatti entra corre e si sacrifica come sempre e serve l’assist a Gagliardini per la sua prima gioia in serie A.
Eder non è solo decisivo in campo, ma lo è soprattutto fuori. E’ un uomo spogliatoio, un leader silenzioso e di questo si rendeva perfettamente conto anche Antonio Conte in nazionale. Fa gruppo e aiuta il compagno di turno e Pioli non può che gioire di fronte a tanta grazia. Ventura si accoda e lo ha lasciato come pilastro fisso degli azzurri.
Anche ora che Suning vuol costruire una corazzata nerazzurra, l’Inter avrà bisogno di Eder.
This post was last modified on 9 Marzo 2017 - 08:48 08:48