Andrea Pirlo ha rilasciato per il Corriere dello Sport una lunga e interessante intervista. Ecco di seguito qualche breve passaggio.
IDOLI, INTER E BAGGIO
“Da piccolo ero dell’Inter e il mio idolo era Matthäus, un centrocampista di qualità. Baggio era il mio idolo fin da piccolo e ho avuto la fortuna di averlo prima all’Inter come compagno e poi di ritrovarlo a Brescia. Baggio era in primo luogo una persona fantastica. In campo era divino, aveva una classe fuori dal normale. Era una meraviglia vedere come toccava la palla, come si posizionava in campo. Era il massimo per me vederlo giocare da tifoso, giocarci insieme, ovviamente, lo era ancora di più. Sono felice della mia vita da calciatore. Ho avuto la fortuna di militare nelle tre più grandi squadre d’Italia. Nell’Inter, anche se ho giocato poco, nel Milan e nella Juve. Ho vinto tutto quello che c’era da vincere, quindi più di così non potevo chiedere al calcio. Ho fatto dieci anni fantastici al Milan, abbiamo vinto Champions, scudetti e eravamo un gruppo straordinario e lo stesso poi nei quattro anni alla Juve. C’è stata la rinascita di questa società e sono contento di averne fatto parte”.
GIOVANI PROMETTENTI ITALIANI
“Secondo me è fondamentale che in una squadra ci sia un nucleo di giocatori italiani. L’ho sempre detto. Al Milan eravamo un grande gruppo di italiani e come nucleo storico abbiamo vinto. Alla Juventus uguale, all’Inter c’è stato il nucleo degli argentini che però era come se fossero italiani e hanno vinto. Quando c’è una base solida di italiani, quelli che arrivano prendono esempio dalla solidarietà di quel nucleo e poi si tira tutti dalla stessa parte. Sinceramente non vedo qualche giovane regista nel calcio italiano e non. Che gioca come gioco io, no. Ci sono tanti giocatori bravi, ma non sono “registi” come lo sono io. Mi piace molto Verratti ma non gioca come me. Mi piace Gagliardini dell’Inter, ma ha un ruolo differente dal mio”.