La questione del closing del Milan tiene banco da mesi. Tuttavia, pur essendo diventato ormai una barzelletta, sembra, sembra, arrivato il momento della chiusura. Eppure nessuno punta il dito come invece successe all’Inter con l’arrivo di Thohir. Come mai?
NON IL “SOLITO” VITTIMISMO, MA LA CLASSICA PROSTITUZIONE INTELLETTUALE ACCLAMATA DA MOU
Sembra proprio di trovarsi di fronte all’ormai purtroppo consueto, soprattutto quando di mezzo c’è l’Inter, caso di prostituzione intellettuale. Certo, la bufera scatenatasi dopo Calciopoli non ha reso la società nerazzurra simpatica a molti, tuttavia la disparità di trattamento, soprattutto a livello editoriale, è evidente oltre che inquietante.
Ne è prova tangibile l’atteggiamento avuto dalle testate giornalistiche all’arrivo di Erick Thohir all’Inter nel 2013. L’arrivo dell’indonesiano venne visto con diffidenza, quasi sdegno, dalla maggioranza degli “esperti” del settore. Soprattutto storsero il naso di fronte ai presunti “giri loschi” fatti per arrivare all’acquisto del 70% dei nerazzurri. Leggere che “Erick Thohir ha acquistato l’Inter con la sua società International Sports Capital di Hong Kong, controllata dall’Asian Sports Ventures attraverso la Merdeka Investments” mandò in brodo di giuggiole gli esperti economisti detrattori dell’Inter, che ci videro chissà quali abomini contro l’umanità.
Non diverso l’atteggiamento tenuto verso Suning, fino a qualche mese fa oggetto più di prese in giro che di rispetto. Tuttavia la società cinese si sta guadagnando il rispetto meritato tramite progetti e investimenti di peso.
Ora tuttavia i rossoneri, dopo una vicenda che sfiora i limiti del ridicolo, starebbero finalmente, il condizionale è d’obbligo, passando di mano a Yonghong Li. Eppure nessuno fiata, anzi tutti aspettano con ansia i fondi cinesi per risollevare la grande decaduta del calcio europeo. Perché?
UN PO’ DI CHIAREZZA ED EQUITÀ SONO DOVUTE
Il futuro potenziale proprietario del Milan, Li, è sostanzialmente un broker. Un broker ricco certo, molto ricco. Ma pur sempre soggetto alle enormi oscillazioni di capitale che questo mestiere comporta. In secondo luogo, a quanto pare per le attuali restrizioni governative cinesi, è stato abbandonato da tutti i membri della presunta cordata costituita ormai più di un anno fa. Infine, non disponendo al momento dei fondi necessari al closing, ha avuto la necessità di richiedere un prestito ponte, al fondo speculativo americano Elliot. Non proprio la notizia più rassicurante per i tifosi, dato che se Li non restituisse entro 18 mesi i 303 milioni di euro prestati, peraltro ad un tasso di interesse molto alto, finirebbe in sostanza per vedersi pignorato il Milan dagli americani. Ora, non per puntare il dito o per giudicare, ma semplicemente per giustizia, la situazione non sembra delle più rosee.
CHI È VERAMENTE LI?
Chi è veramente questo fantomatico e mitizzato Li? Come già detto è un broker. Massimo azionista del Guinzhou Fuquan Group nel settore minerario e detentore del 20% della massima azienda produttrice di bottiglie di plastica in Cina. Ha un patrimonio stimato di circa 700 milioni di euro.
Tanti soldi si. Ma certo non sufficienti per risollevare da solo le sorti della società di Berlusconi. Soprattutto dato che il calcio è un pozzo senza fondo che tende più a prosciugare le liquidità che a rimpinguarle.
Per carità, magari Li sarà l’uomo della svolta per i rossoneri, sarà l’uomo che li riporterà in cima al mondo. Tuttavia al momento sembra più l’uomo del declino finale, che altro. Tuttavia nessuno ne è eccessivamente preoccupato, nessuno, tranne forse i tifosi rossoneri, dubita delle sue credenziali. Il perché di questa disparità di trattamento con l’Inter, quando è evidente che i recenti proprietari nerazzurri avessero credenziali decisamente migliori di un singolo broker con bisogno di prestiti esteri, resta da vedere. Il dubbio è che come al solito ci si trovi davanti alla “prostituzione intellettuale” decantata da Mourinho, dai soliti due pesi e due misure vigenti in Italia . Tuttavia l’augurio sincero è che il Milan possa davvero risollevarsi. Milano e il calcio italiano hanno bisogno dei rossoneri, non solo del loro blasone.