GdS – L’incredibile storia di Natalino:”Che emozione l’esordio a San Siro! Sarò sempre grato all’Inter”

Natalino si è raccontato in una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Parole di rammarico per quella che poteva essere la sua carriera calcistica.

LA STORIA DI NATALINO:”MIO PADRE PIANSE AL MIO ESORDIO. POI PERÒ QUALCOSA NON ANDAVA”

Una carriera stroncata sul nascere, ma non poteva essere altrimenti. Perché Natalino aveva la partita più importante della sua vita, quella contro il suo cuore. Un cuore nerazzurro sin da bambino, una passione che accomuna tutta la famiglia. Ora la paura è passata e l’ex talento nerazzurro può vivere la sua vita. Ecco le sue parole:

I dottori del San Raffaele a Milano mi hanno impiantato un defibrillatore dentro al petto. Fa la sentinella ai miei battiti e se per caso impazziscono, interviene. È come prendere una scossa molto forte, poi quando riparte, il pericolo è passato. In famiglia tutti nerazzurri. Avevo la stanza tappezzata dai poster di capitan Zanetti. Arrivato all’Inter i primi mesi trascorrono veloci, poi passo in Primavera e nelle partitelle marco i big: i vari Milito, Eto’o, Balotelli. Era l’Inter di Mourinho, del Triplete. Nell’estate 2010 cambia tutto con una telefonata: “Vai in ritiro con i grandi”. Il nuovo tecnico è Benitez. Lui mi adatta sulla fascia e col Parma a San Siro, mi fa entrare. Papà è in tribuna: quando vede che tocca a me, esce dallo stadio. Troppa emozione, mi ha poi confessato che è rimasto a girovagare intorno al piazzale, commosso”.

Nella primavera del 2012 lo shock: “Ad aprile muore Morosini e i medici diventano molto più prudenti. Un mese dopo sono a Roma: sta per scadermi l’idoneità, l’Inter mi ha inserito nella lista per la tournée estiva e sollecita gli esami clinici. Li faccio, tranquillo. Poi arriva il dottore: “Qualcosa non va al cuore. Hai battiti irregolari. Ti dobbiamo fermare e fare altre analisi”. Trascorro l’estate di ospedale in ospedale. Alla fine il responso è definitivo: soffro della stessa cardiopatia di Morosini.

“QUANDO UN GIORNO MI SENTII MALE CAPII CHE DOVEVO SMETTERE. È STATO UN ONORE AVER FATTO PARTE DELLA GRANDE FAMIGLIA NERAZZURRA”

Un giorno, mentre sono coi miei amici, mi sento male. Trasferito d’urgenza a Milano, arrivo al San Raffaele mentre il cuore sta per cedere. Dopo un’operazione lunghissima m’impiantano il defibrillatore. Se il problema fosse capitato durante una gara, non sarei qui a parlare. Il ritiro l’ho annunciato con una foto messa sui social, ero accanto a Eto’o: “Rimarrà per sempre in me l’onore di aver giocato con giocatori come lui”. Ho spiazzato anche l’Inter, ancora non aveva detto nulla ai giornalisti”.

Contratto da osservatore e scuola calcio aperta a Lamezia Terme: Certo, mi manca tantissimo il calcio. Oggi posso fare qualche partitella. Spesso sogno San Siro e vedere dal vivo i miei ex compagni è una ferita aperta. Ma sarò in tribuna a Crotone. Paura? No, ho la mia vita, la posso riempire di tante belle cose. L’Inter non mi ha abbandonato: sarò sempre grato al club”.

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