Primi bilanci di fine stagione in casa Inter. Progressi se ne vedono davvero pochi, é il momento di prendersi le responsabilità. Chi ha le colpe maggiori?
Stefano Pioli, nonostante un solo punto raccolto nelle ultime tre uscite, ha comunque uno score di gran lunga superiore rispetto al suo predecessore, Frank De Boer. Come è possibile? A parte la figuraccia fatta ieri a Crotone, la squadra nerazzurra con il tecnico parmense ha vinto tutte le partite contro le squadre della parte destra della classifica. L’altra faccia della medaglia ci dice però che ha fallito con quasi tutte le grandi e, aggravante, nei momenti che dovevano dare la svolta alla stagione. La sconfitta in Coppa Italia contro la Lazio ha compromesso un obiettivo primario per una squadra indietro in classifica. Inoltre le sconfitte con Juve, Roma e Napoli hanno reso impossibile la rimonta Champions tanto inseguita. Segnale per cui Pioli non sembra dare le giuste sicurezze per portare di nuovo in alto l’Inter, nonostante l’ottimo gioco espresso per buona parte della stagione.
Tutti i giornali dall’inizio della stagione concordavano nel dire che la rosa dell’Inter fosse inferiore davvero a poche altre nella nostra Serie A. Ma, allora, come spiegare un possibile declino sistematico a questo punto del campionato? Ad esempio, la tanto acclamata rinascita di Kondogbia è stata solo parziale. Infatti, il centrocampista francese è sempre in affanno quando non ha a fianco un compagno che lo supporti nell’impostazione. Medel si è ormai
Sarà un caso che solo col nuovo arrivato Gagliardini, il giocatore transalpino sembra avere un senso in questa formazione? Credo proprio di no. Proprio l’ex Atalanta sembra essere mancato come il pane in queste due partite. Contro Samp (il secondo tempo) e Crotone sono mancati i tempi di gioco e la squadra ha sofferto maledettamente. Ma anche i vari Murillo, Ansaldi o Candreva non sono stati all’altezza delle aspettative. Tanti buoni colpi, ma quando si deve fare il salto di qualità loro, come tanti altri, saltano l’appello a piè pari.
Suning vuole formare una squadra competitiva. Sta ad Ausilio e i suoi collaboratori eliminare le troppe mele marce all’interno dello spogliatoio. I vari Handanovic, D’Ambrosio (encomiabile stagione la sua), Gagliardini e davvero pochi altri non possono sostenere da soli la crescita e la maturità della squadra. La dirigenza è chiamata a un duro lavoro di scrematura della rosa, migliorandola in tutti i reparti se l’obiettivo dichiarato sembra lo Scudetto il prossimo anno. La missione, ad oggi, sembra quasi impossibile ma dobbiamo essere fiduciosi. Sempre forza Inter.
This post was last modified on 10 Aprile 2017 - 13:05