Anche quest’anno il sogno UCL è rimasto tale. Un’ennesima delusione per i tifosi che, con l’avvento di Pioli e il buon umore che ha portato, credevano nella remuntada. Ancora una volta invece l’Inter deve accontentarsi dell’Europa League, forse…
La squadra sulla carta è tra le prime 3 in Serie A, forse seconda solo alla Juventus, un colosso difficile da superare. Investimenti importanti sono arrivati grazie a Suning, ma non è bastato. La squadra ha impiegato troppo tempo per giocare da tale, insieme e unita verso la vittoria. Al di là degli errori singoli che sono stati un perpetuum quest’anno, è mancata coesione all’interno del gruppo nerazzurro. Se si punta in alto, per raggiungere l’obiettivo non basta esaltarsi individualmente. Servirebbe compattezza, voglia di fare e di divertirsi (perché in fondo è anche questo il calcio). Invece i nerazzurri sono stati tutt’altro che squadra per la gran parte della stagione, compromettendola e gettandola alle ortiche. Perché da che si sognava la Champions, ora bisogna tenersi stretta l’EL. Tanti ottimi giocatori non fanno un’ottima squadra. Suning vuole riportare in alto l’Inter, ma tra il dire e il fare…
…c’è di mezzo la società. Forse troppo assente per la lontananza, un punto di riferimento è costantemente venuto meno quest’anno. I progetti ambiziosi cinesi faticano a decollare, creando soltanto illusione nell’animo dei tifosi interisti. Una vana e triste illusione cui è difficile trovare una medicina. Soprattutto poi, se si pensa a come la società ha gestito la stagione: 3 allenatori ufficiali (ma in realtà 4), si sono alternati in questo travagliato campionato. Con quale criterio si conferma Mancini, permettendogli di fare tutta la preparazione per poi mandarlo a casa a fine agosto? Con quale criterio poi, in una situazione così difficile, chiamare in causa un CT che del calcio italiano sa poco e nulla quale Frank de Boer? Con quale criterio prendersela poi con l’olandese se non ha mai potuto dare veramente un’impronta ai suoi ragazzi? Il primo nucleo alla base di un ciclo vincente è la società (e la Juventus ne è un esempio).
Occorre un radicale cambiamento, anche per la rosa perché molti giocatori non sono da Inter. Si parla tanto ma si agisce poco. In campo si crea tanto ma si concretizza poco. Fuori gli attributi, e gli sforzi verranno ripagati.
This post was last modified on 17 Aprile 2017 - 00:10