L’Inter del triplete come la Juve di Allegri? Marianella e Vialli la pensano diversamente…

La Juve di Allegri vale l’Inter di Mourinho? Il quesito inizia già a serpeggiare fra gli addetti ai lavori, nonostante sia forse un po’ troppo presto per fare già proclami di triplete a Torino. Con due turni di Champions da giocare e una finale di Tim Cup in ballo, la cosa più appropriata sarebbe restare con i piedi per terra. Tuttavia Massimo Marianella e Gianluca Vialli hanno detto la loro in proposito.

MARIANELLA STA CON MOU: IL BARCA DEL 2010 NON È PARAGONABILE A QUELLO ATTUALE

Marianella, a proposito della “disputa”, ha fatto un paragone tra il Barcellona che fu eliminato dall’Inter di Mourinho e il Barcellona che affronterà la Juventus, nel ritorno delle semifinali di CL: “Certo che il Barca può fare tanti gol, ma non penso che riuscirà a rimontare il risultato dell’andata. Fare 4 goal alla Juventus senza subirne è praticamente impossibile, anche al Camp Nou. Luis Enrique è un ottimo allenatore, sottovalutato in Italia. Bisogna tenere in considerazione la forza della Juve, non credo che il Barca possa rimontare. Non per la mancata forza del Barcellona, ma per la forza dei bianconeri. Allegri come Mou nel 2010? Mourinho nel finale ha vinto la coppa, Max non ancora. Non  credo che la Juventus avrà quell’atteggiamento lì. Quello era un Barcellona più forte di questo. Nonostante Suarez, Neymar e Messi. Era più forte globalmente, più “marziana” e meno umana.”

PER VIALLI IL PARAGONE CALZA A PENNELLO

Gianluca Vialli invece ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Per l’ex attaccante bianconero, il paragone fra Inter e Juve invece calza: “La Juve oggi è la squadra più forte d’Europa, quella che dà e che ha più certezze. Credo nel karma calcistico e penso che dopo anni di dominio italiano, di diverse finali perse e in virtù della forza superiore in Europa di cui parlavo prima, lo sbocco meritato sia l’affermazione, la vittoria. Così come meritò l’Inter di Mourinho. Mandzukic come Eto’o nel 2010? Decisamente sì. Forse era più eclatante vedere Eto’o in quel ruolo ma due così che mettono davanti alle esigenze personali quelle di squadra, beh, averne. Senza lo spirito collaborativo di Mario per Allegri sarebbe tutto più complicato“.

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