Sono tante le date che rimangono indelebili nella mente delle persone. La nascita di un figlio, il matrimonio, la prima casa, il lavoro dei propri sogni trovato per caso. Eppure, nella mente di ogni tifoso nerazzurro che si rispetti, una delle date più indelebili rimarrà sempre il 20 aprile 2010. Quel giorno, contro i pronostici di tutto e tutti, l’Inter incontrò gli alieni faccia a faccia. E, da soli, 11 guerrieri li ricacciarono indietro a testa bassa.
I MARZIANI ARRIVANO AL MEAZZA DA CONQUISTATORI
L’Inter di Mourinho, dopo aver eliminato il Chelsea di Ancelotti ed il Cska Mosca, si trova davanti lo scoglio peggiore. Anzi, non uno scoglio, una vera montagna. Una corazzata invincibile, un meccanismo talmente ben avviato da far paura. A questo meccanismo pressoché perfetto poi in estate si è anche aggiunto un semidio svedese, un certo Zlatan Ibrahimovic da Malmoe. Quando non esercita la professione di predicatore e divinità in terra, il buon Zlatan gioca anche al pallone e se la cava pure niente male.
Questi alieni invincibili sbarcano a San Siro, consci della propria manifesta superiorità, della propria immensa forza. I nerazzurri dal canto loro hanno più coscienza dei propri mezzi dopo l’impresa già compiuta contro i Blues. Sanno di essere forti, di avere ciò che serve per scrivere la storia: un sogno e attributi cubici per realizzarlo. Per molti l’Inter non è all’altezza, è una vittima sacrificale. L’ennesima misera casetta di legno spazzata via dall’uragano blaugrana. Poveri illusi. I maestri venuti dal cielo impareranno una lezione pesantissima quella notte. Una lezione non solo di calcio, ma di vita.
UN GRUPPO DA DIECI E LODE RIMONTA IL BARCELLONA NEL PRIMO TEMPO
La partita inizia subito su ritmi alti e il Barcellona non capisce fin da subito di essere caduto in un trappola. Gli spagnoli cercano di fare il loro solito giochino fatto di possesso, di trame complesse volte a stanare l’avversario. Tuttavia, l’Inter non gioca passivamente, anzi. Nei primi 20 minuti le occasioni più nitide capitano ai nerazzurri, con Eto’o e Milito imprecisi al momento di freddare Victor Valdes.
I marziani sembrano spaventati, non si aspettavano un avversario così agguerrito, specie dopo le passeggiate fatte solo qualche mese prima nel girone di andata. Quest’Inter però non è più quella di ottobre: ha raggiunto una condizione fisica e una maturità mentale che le permettono di giocare su livelli mai visti prima.
Nonostante ciò, il Barca è leggenda per un motivo ben preciso, e infatti gli basta una fiammata per passare in vantaggio. Xavi addormenta l’azione, poi illumina per l’ex nerazzurro Maxwell che affonda sulla fascia e regala un assist al bacio per Pedro. Uno a zero per i catalani, strada di colpo in salita. Il clima allo stadio però non si raffredda nonostante la botta durissima. I tifosi sospingono la reazione nerazzurra che, incredibilmente annichilisce il grande Barcellona.
La squadra di Mou inizia a martellare da ogni parte, senza concedere occasioni agli avversari e trova il meritato goal alla mezz’ora. Grande azione di Eto’o sulla fascia, palla dentro per Milito che, accerchiato da 3 difensori, vede Sneijder liberissimo in area: palla all’olandese e pareggio meritato per i nerazzurri. Il primo tempo si chiude con l’Inter che tiene testa alla squadra più forte degli ultimi 20 anni. Ed è solo l’inizio…
SECONDO TEMPO CAPOLAVORO: GLI INVASORI TORNANO A CASA SCONFITTI E UMILIATI
La ripresa comincia sulla falsa riga della prima frazione. Partita tesa con il Barcellona che mantiene un possesso sterile, Inter che continua a pressare e a rendersi pericolosa. L’avvio è da sogno: dopo soli tre minuti Maicon manda in estasi il Meazza, portando in vantaggio i nerazzurri. Azione meravigliosa, con Pandev che “smaradoneggia” in mezzo al campo, salta 3/4 avversari, serve Milito che tocca per la locomotiva brasiliana che insacca.
Mourinho sprona i suoi, galvanizzati dalla rimonta, mentre gli uomini di Guardiola accusano il colpo. Al sedicesimo l’apoteosi. Thiago Motta arpiona una palla sulla trequarti, palla a Maicon che crossa, sponda di Sneijder per il principe Milito che, tutto solo, segna il 3 a 1.
Barca in bambola, incapace di realizzare quanto sta accadendo. Guardiola toglie il divino Ibra per Abidal, cercando di avvicinare Messi alla porta. Tuttavia la difesa nerazzurra tiene, gestendo con un piglio fenomenale la rabbiosa reazione spagnola. Julio Cesar ci mette del suo per respingere l’assalto, negando più volte il goal agli avversari. Mou sprona i suoi a colpire in contropiede e in più di un’occasione i nerazzurri rischiano di dilagare, fermati solo dalla stanchezza e dall’imprecisione.
Finisce quindi 3 a 1 una delle pagine più belle della intera storia interista, sicuramente la più epica degli ultimi decenni. I marziani sono venuti, hanno visto… e hanno perso. La loro leggenda iniziava a finire, lasciando spazio ad una favola. La favola degli eroi di Mou.
ACCADDE OGGI, UNA DATA INDIMENTICABILE
Quella sera il mondo intero capì di essere di fronte a qualcosa di unico, di storico. Capì di essere davanti a una delle squadre più solide di sempre. Un concentrato di talento, carattere, forza e attributi che sarà quasi impossibile ritrovare. Nessuno potrà mai negare quanto fatto dai nerazzurri, sia quella notte che nel finale di stagione. Nessuno potrà mai negare i meriti dell’Inter.
Quegli eroi non saranno mai dimenticati, quella data rimarrà sempre lì. Poter dire io c’ero, sarà sempre motivo di orgoglio e di invidia per i rivali. Una data tatuata nel cuore e nell’anima. Di fianco alla nascita del primo figlio, accanto ai ricordi di gioventù. Una finestrella targata Inter, datata 20 aprile 2010. La notte che 11 umani con un cuore così, umiliarono gli spocchiosi invasori alieni. La notte in cui un sogno sconfisse una ossessione. Perché queste sono cose da Inter. Perché c’è solo L‘Inter.