Con Fiorentina-Inter è andata virtualmente in archivio la stagione 2016/2017. Troppi i punti da recuperare anche solo per un piazzamento in Europa League. Senza fare più figuracce, è tempo di pensare già al prossimo anno. Con un proposito: migliorare la squadra tecnicamente e caratterialmente. Ecco l’obiettivo dell’Inter mercato mirato ad avere, prima che calciatori, uomini.
Aldilà del risultato, della tattica e dell’arbitraggio, ciò che ha sconcertato è la prestazione. Figlia di un pessimo atteggiamento in campo e, va detto, di scarsa maturità. Perché appena il gioco si è fatto meno duro, tutti hanno mollato. Eccezion fatta per Icardi. Ecco, quindi, la prima condizione necessaria, anzi, obbligatoria: serve gente con gli attributi. Giocatori capaci di trascinare la squadra sia nei momenti “morti” che nei momenti decisivi. Ieri sera, sul 5-2, è stato Icardi a prendersi la squadra sulle spalle e portarla quasi alla rimonta. Con un paio di giocatori per reparto a fare da guida, la soglia di attenzione della squadra può e deve davvero essere sempre alta.
Certo, individuare dei nomi non è semplice, a partire dall’allenatore. Anche quest’anno, l’Inter ha dimostrato deconcentrazione mancanza di continuità nel lungo periodo. Un maestro, in questo campo, sarebbe Conte: con lui, anche l’ultima giornata con 10 punti di vantaggio diventa la partita della vita. Uno come lui forgerebbe lo spirito e la consapevolezza di non dover mollare mai. Ma in campo scendono i giocatori. E’ lì che si dovrà intervenire drasticamente, In difesa, Miranda e Medel non danno più molte garanzie: il primo gioca palesemente al di sotto delle sue possibilità, il cileno ha grinta da vendere, ma non basta a compensare limiti tecnici. A centrocampo, Kondogbia è nuovamente, e pericolosamente, involuto. Anche Gagliardini, da portento e simbolo di tenacia a centrocampo, è in fase calante. In attacco, nonostante qualcosa di buono si sia visto, Candreva non dimostra di avere la grinta necessaria per aggredire con convinzione la porta.
Tanti, insomma, i problemi dal punto di vista caratteriale. Ci vorrebbe un Sergio Ramos. Un giocatore in grado di non mollare mai e trascinare la squadra anche quando la partita sembra finita. Chiaramente, è impossibile arrivare allo spagnolo, ma il modello può e deve essere quello. Un altro esempio, che potrebbe benissimo far sorridere Conte, è Kante. Basti pensare a quanto utile è il francese in mezzo al campo. L’ex Leicester è ovunque: ultimo a mollare su ogni pallone, primo a recuperare quando si tratta di rimediare ad un errore commesso. Gente che, insomma, di fronte alle difficoltà non si fa condizionare e continua a disputare la sua partita, cercando di fare di tutto per recuperare terreno. Solo così si può avere una squadra competitiva nella testa, prima che nelle gambe.
This post was last modified on 23 Aprile 2017 - 15:09