Dalle stelle alle stalle con annessa rivoluzione: il 2011-2017 in sintesi

Dall’ormai famoso, e rimpianto, Triplete e, più in generale, dal 2011, l’Inter ha fatto solo disastri. Il passato recente è ricco di annate finite sempre allo stesso modo. Si parte con buone speranze, si continua male, si finisce peggio. Per poi, a luglio, attuare una rivoluzione. Dal 2011 al 2017, ecco come si è comportata la società nerazzurra. In sintesi, i risultati Inter.

RISULTATI INTER DAL 2011 AL 2017

Il 30 maggio 2011, allo stadio Olimpico di Roma, l’Inter vinceva il suo ultimo trofeo. Con il 3-1 al Palermo, l’Inter vince la Coppa Italia, ma perde lo scudetto. Da allora, è stata una parabola discendente. Nel 2011/2012, questi sono i risultati Inter che chiude al sesto posto, perdendo la Supercoppa Italiana con il Milan. In più, sarà ricordata come la stagione dei 3 allenatori: Gasperini prima, Ranieri durante, Stramaccioni alla fine. Al tecnico ex Primavera è stata affidata la stagione 2012/2013, la peggiore di questo periodo: nono posto in classifica. Dal 2013/2014, e per metà stagione successiva, l’Inter finisce nelle mani di Walter Mazzarri. Il risultato parla di un quinto posto in campionato al termine della stagione. Ancora una volta, l’Inter fallisce la qualificazione in Champions, obiettivo del club nerazzurro.

Capitolo 2014: l’Inter finisce in mano ad Erick Thohir, che promette la Champions. Ma a novembre 2014, Mazzarri viene esonerato: in panchina torna Roberto Mancini, che guiderà i nerazzurri fino ad agosto 2016. I risultati, però, non sono dei migliori: il tecnico di Jesi non riesce a salvare una stagione fallimentare, chiudendo all’ottavo posto. L’annata 2015/2016 si apre bene. L’Inter, al giro di boa, è seconda dietro al Napoli. Ma, ancora una volta, crollo indescrivibile e, in due mesi, si passa da un clamoroso ed insperato scudetto al quarto posto, che vuol dire, ancora una volta, esclusione dalla Champions. Infine, la stagione 2016/2017: Mancini, ad agosto, lascia l’Inter. I nerazzurri saranno affidati a de Boer fino a novembre, quando l’inevitabile esonero porta prima a Stefano Vecchi ad interim per Inter-Crotone. Il resto è storia nota: squadra a Pioli e altro disastro.

COSA NON E’ ANDATO? ZERO PAZIENZA E ZERO PROGRAMMAZIONE

I risultati, in sei anni, parlano di questo: zero qualificazioni alla Champions League, zero vittorie in Coppa Italia, tre presidenti, otto allenatori (senza contare Vecchi). Numeri impietosi che narrano di un’Inter incapace di condurre un’annata coerente e decente. Ma perché? La principale colpa, c’è poco da dire, viene fuori dal campo. La società, o meglio, le società, si sono alternate senza lasciare né eredità né una base di un progetto, con Moratti ormai consumato nelle energie e nel potere economico. Thohir, sostituendo parte del CdA e nominando Bolingbrooke, ha lasciato dopo neanche due anni. Da qui, arriva Suning che, in un anno, pur rinforzando l’Inter nel marketing, non ha ottenuto l’obiettivo prefissato: il terzo posto.

La verità è che, vedendo da agosto, l’Inter ha fallito su tutta la linea in ogni stagione. In media, i nerazzurri hanno cambiato allenatore più di una volta l’anno. Questo perché l’Inter è capace, allo stesso tempo, di non avere un progetto che porta dei risultati, ma guardare contemporaneamente gli stessi. Ecco perché, con Gasperini e de Boer, non si è andato oltre i due mesi. L’allenatore che è durato di più è stato Mancini, in panchina per un anno e mezzo. Ma il capolavoro, in senso esageratamente ironico, è stato fatto con Mancini: rescissione consensuale a dieci giorni dal campionato. In arrivo, un allenatore straniero senza conoscenza dei suoi giocatori, del calcio italiano, della lingua e chi più ne ha più ne metta. L’UEFA aiuta i nerazzurri: il FPF è a posto, e l’anno prossimo anche il quarto posto consente i preliminari. Un’occasione da non perdere, per ripartire con organizzazione, pazienza e progettazione. Per cancellare uno dei più brutti periodi della propria recente storia.

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