Lanci lunghi contro dialoghi e geometrie: Inter-Napoli in un solo concetto

Inter Napoli, finita 0-1 in favore dei partenopei, ha evidenziato tutte le differenze tra le due squadre. La superiorità degli azzurri si è vista nella capacità di produrre palle gol. Ma, soprattutto, a sorprendere è stata l’enorme differenza sul piano del gioco.

INTER NAPOLI, DIFFERENZA DI QUALITA’ ABISSALE 

Dal minuto 80 fino alla fine del match si è assistito, in sintesi, alla differenza tra Inter e Napoli. Nonostante una partita in bilico e ferma sullo 0-1, i nerazzurri erano in continua balia dei partenopei. La semplicità, la precisione e la naturalezza con cui gli uomini di Sarri muovevano il pallone ha lasciato allibita San Siro intera. Per tutta la partita, infatti, si è assistito alla sfida tra due diversi stili di gioco. Lanci lunghi alla ricerca di Icardi in casa nerazzurra, verticalizzazioni, dialoghi e scambi veloci nel secondo caso. Con una differenza che, al netto delle occasioni, è abissale. Con Mertens e Insigne a muoversi tra le statue della difesa nerazzurra, per Zielinski e Diawara è stato facile trovare sempre il corridoio giusto, con Insigne e Mertens più volte soli davanti ad Handanovic. Proprio lo sloveno ha evitato che la partita finisse al 70′.

Dall’altra parte, invece, si è assistito ad uno scempio. Per tutta la partita, i nerazzurri non hanno fatto altro che cercare di scavalcare la linea difensiva con i palloni alti. Il problema è che dall’altra parte non c’era Medel che, per quanto grintoso, pecca in centimetri. Koulibaly ed Albiol, bravi tanto negli interventi aerei quanto negli anticipi, sono riusciti a far toccare due palloni in 90 minuti ad Icardi. Eder e Perisic, con la parziale eccezione di Candreva, non sono mai riusciti ad infilare la difesa azzurra. Il centrocampo di Sarri, con Diawara, Zielinksi ed Hamsik, alterna qualità a quantità. I tre sono ovunque, ed in grado di creare qualsiasi cosa. La corsa e la precisione sono il marchio di fabbrica di una squadra rodata, collaudata e perfezionata. Proprio come quella nerazzurra.

DOVE NON ARRIVANO LE GAMBE, ARRIVA LA TESTA. IN TEORIA…

Ma se il calcio fosse tutto fisico e piedi, basterebbe andare in palestra per diventare Campioni d’Italia. E invece, ci sono squadre, le cosiddette piccole, con i cosiddetti gregari o operai, che sopperiscono alle differenze tecniche e di preparazione con il lavoro sulla testa, sull’impegno, sulla concentrazione. E qui, incredibilmente, si va a finire in un discorso più ampio, e perfino peggiore, di quanto detto finora. L’Inter, semplicemente, non c’è. Non c’è la voglia di rincorrere l’avversario. Non c’è la voglia di andare a prendersi il pallone, o di rincorrerlo. O sulle gambe, o niente. In questo, sono dei grandi rappresentanti i due croati: Brozovic e Perisic.

I nerazzurri, insomma, non sono riusciti ad opporsi al Napoli in nessun modo. Né nelle gambe, né nelle idee. E se neanche la testa aiuta, allora ha davvero poco senso scendere in campo. Come, del resto, saranno caratterizzate queste ultime partite, con la matematica che ormai è più nemica dell’Inter. Perché avere ancora l’Europa League a portata di mano illude i tifosi, e chi davvero crede nella propria squadra, che nelle ultime partite si potrà assistere ad un’inversione di tendenza. Probabilmente, sarà una speranza vana.

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