Lunga intervista rilasciata da Marco Tronchetti Provera ai microfoni de Il Giornale di questa mattina. Ha analizzato la stagione, poi un commento sulla gestione Thohir e sul gruppo Suning. Ecco le sue dichiarazioni.
“Dico solo che è arrivato il momento di girare pagina. Questo sarà il primo anno della nuova Inter. È iniziato un nuovo percorso. Il gruppo Suning è arrivato quando i giochi erano già stati fatti, la gestione già impostata. In questi mesi hanno fatto esperienza e ora passeranno all’azione. E vedo grande impegno. Thohir? E’ stata una transizione. E in quanto tale è stato un periodo che ha lasciato incertezze. Nel calcio e negli affari se non c’è un percorso chiaro a breve e medio termine, è difficile avere ambizioni. Ha risanato le finanze? Non c’era nulla da risanare. Moratti aveva fatto un percorso lungo e di successo ed era una garanzia per l’Inter. Thohir si è presentato come un’opportunità, invece poi si è rivelato una transizione”.
“Adesso finalmente l’Inter torna ad essere una società che ha alle spalle un gruppo che ha forza e volontà di rilanciarla ai livelli che merita. Steven, un giovane serio, si è impegnato prima di tutto a capire la realtà in cui si è calato. Si è stabilito a Milano e sta studiando l’italiano. Sta facendo le cose giuste per il compito che si è assunto. E, sono sicuro, per avere successo nelle scelte che farà”.
“Conte o Spalletti? Non mi pronuncio: bisogna lasciare alla società le sue responsabilità. E supportarla. Mi permetto solo un unico consiglio: è l’ora di decidere. I campionati sono finiti e il momento è delicato. Gabigol? Come si dice: è un black box. Un mistero, anche per me. La curva ha le sue emozioni, positive e negative. È come il loggione della Scala. E a proposito di Scala, ma del calcio: io sono per un San Siro ristrutturato. E lo dico da tifoso pluridecennale. Da Madrid in poi abbiamo avuto i nostri 7 anni di guai, come avessimo rotto uno specchio, come se avessimo ricevuto una punizione biblica. Ora è superata”.
“Sogno Messi? E’ un simbolo, il più grande degli ultimi decenni: è la creatività del calcio. Poi ci sono altri grandissimi campioni come ad esempio Neymar, Cristiano Ronaldo, Gabriel Jesus. Messi però è il simbolo della fantasia e il calcio deve regalare sogni. Un grande campione fa sempre la differenza”.
This post was last modified on 24 Maggio 2017 - 13:59